Avere idee confuse è dannoso per la salute e in questo periodo anche per la propria campagna elettorale. Il concetto sinistro che riguarda il mondo del lavoro è a dir poco delirante: aumentare i diritti dei lavoratori sarebbe l’unica ricetta possibile per far stare bene tutti, eliminare il dumping salariale e probabilmente anche per curare l’acne giovanile. La sinistra non vede o fa finta di non vedere che le varie “porcate” a danno dei lavoratori sono commesse in larga misura da datori di lavoro disonesti e non da quelli onesti che sono già oggi confrontati con costi che aumentano e introiti che diminuiscono.

Quindi? Aumentiamo i salari per tutti penalizzando gli onesti; questa sarebbe la ricetta sociale elaborata in anni e anni di studi?

Noi lavoratori abbiamo oggi diritti che solo venti anni fa erano impensabili e difatti i fallimenti in Ticino aumentano inesorabilmente dal 2012, ma quali sono le aziende che falliscono? Per la maggior parte dei casi sono quelle in mano a gente onesta, le altre continuano a fregarsene dei diritti dei lavoratori, esattamente come hanno sempre fatto anche prima che il politico di sinistra di turno si mettesse a fingere di aver trovato delle soluzioni serie per contrastare il fenomeno. Una vera ricetta (perlomeno per l’antipasto) consisterebbe nel contrastare il fenomeno laddove viene esercitato e non dove non esiste, in questo modo si contribuirebbe a un livellamento del mercato a beneficio di tutti, datori di lavoro e lavoratori compresi. I primi (ma solo quelli onesti) non sarebbero costretti a chiudere e a licenziare perché stretti nella morsa dello spietato mercato odierno, i secondi non sarebbero costretti a scendere in piazza perché licenziati dal datore di lavoro onesto che non aveva più altre opzioni.

Purtroppo, sebbene non sia una missione impossibile, per agire in questa direzione che porterebbe un po’ di beneficio reale a tutti gli attori coinvolti, bisognerebbe lavorare sodo e quindi … Quando il pensiero unilaterale è in mano a queste persone che sono le stesse che difendevano a spada tratta gli accordi bilaterali e le misure fiancheggiatrici (un fallimento su tutta la linea), non c’è da meravigliarsi se le cose vanno alla rovescia dove si premiano i furbi e si penalizzano gli onesti.

Mauro Damiani, candidato al Gran Consiglio, Lista 14, numero 57