Donald Trump ha annunciato su Twitter che gli USA stanno ritirando le loro truppe dalla Siria “dopo una vittoria al 100% sul Califfato”. Affermazione forse un po’ azzardata, soprattutto dal punto di vista dei guerrieri curdi che stanno ancora combattendo nell’est della Siria. La loro guerra va avanti, di casa in casa, alla ricerca delle ultime cellule dei jihadisti che si fanno scudo coi civili tenuti in ostaggio. “L’Isis sarà presto sconfitto, ma siamo ancora assediando alcune sacche di territorio, a Baghuz” ha affermato il comandante delle Forze democratiche siriane Ciya Firat. Continua inoltre la caccia ai leader dello Stato Islamico che potrebbero essere tra le centinaia di terroristi che si sono arresi nel corso nelle ultime settimane. Ancora incerto invece il destino del califfo Abu Bakr al-Baghdadi.

Secondo alcuni esperti tuttavia, l’IS è ben lontano dall’essere sconfitto e il ritiro delle truppe americane rischia invece di far rinascere la cellula. Anche il generale Joseph Votel, generale Comando centrale USA, ha dichiarato in un’intervista a CNN di non appoggiare la decisione del presidente: “Non avrei suggerito al presidente il ritiro, eliminare il califfato non è abbastanza per la sconfitta dell’Isis”. E anche curdi hanno parlato di tradimento da parte degli alleati americani, in quanto le zone non attrezzate a difendersi rischiano un’offensiva dei terroristi dalla Turchia.

Tra i jihadisti che ci sono arresi anche numerosi europei, russi e turchi. A proposito degli arruolati europei il presidente americano è stato chiaro: “Gli Stati Uniti chiedono a Gran Bretagna, Francia, Germania e agli altri alleati europei di riprendere oltre 800 combattenti dell’Isis catturati in Siria e processarli. Il califfato sta per cadere. L’alternativa non è buona in quanto saremo costretti a rilasciarli”. Ha poi aggiunto: “Gli Stati Uniti non vogliono guardare come questi combattenti dell’Is entreranno in Europa, perché è lì che vorrebbero andare. Facciamo così tanto e spendiamo così tanto. Adesso è il momento che gli altri facciano un passo avanti e facciano ciò che sono così capaci di fare”.

Come riportato da The Guardian la Francia ha dichiarato che si stanno preparando a riprendersi i loro cittadini che hanno combattuto con l’ISIS ma la Gran Bretagna è più riluttante e dice di star affrontando un dilemma. Le preoccupazioni riguardano soprattutto le mogli e i bambini dei combattenti. Non è chiaro infatti come si dovrebbe agire per processare e allo stesso tempo impedire ai terroristi di proseguire con le loro azioni criminali anche in patria.