Il capogruppo PPD Maurizio Agustoni ha così perorato  la causa del consigliere di Stato Paolo Beltraminelli.

“Gli sono stati mossi, in questi mesi, i rimproveri più severi, anche sulla base di considerazioni prettamente elettorali. Era così ingiustificata la sua fiducia nei collaboratori? Chi aveva la responsabilità operativa non era un passante che passava per caso ma un funzionario dirigente con tanti anni di esperienza. Il politico deve potersi fidare, lui deve tracciare gli obiettivi, essendo un sistema di milizia, mentre è il funzionario a dover operare. Il capo deve rispondere, è vero, ma è evidentemente impossibile che possa immaginare problematiche procedurali quando sembra che tutto vada bene, è una pretesa irrealistica. Poteva reagire con indignazione, se avesse pensato al suo tornaconto, prendendosela con tutti: invece si è fatto carico delle magagne altrui, comportandosi più da uomo di Stato che di partito”, ha aggiunto.”

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Abile discorso, al quale si possono tuttavia muovere delle obiezioni. Se il Capo non porta la responsabilità, a che cosa serve avere un Capo? Il ministro è stato realmente ingannato dai due alti funzionari “di fede PLR”? (com’era prevedibile, i due “targati” si sono rivelati una grossa chance nella difesa del Beltra-fortino).

Beltraminelli poteva immaginare “problematiche procedurali”? In tre anni? In quattro anni?

Noi non facciamo il processo al ministro, in corsa per la rielezione (Dio ce ne guardi). Ma neppure prendiamo il “buonismo” di Agustoni per oro colato.