Il 7 aprile è vicino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

UDC Ticino prende atto – con piacere – che i consiglieri nazionali e il consigliere agli Stati PLR Giovanni Merlini, Rocco Cattaneo e Fabio Abate abbiano deciso di depositare un atto parlamentare a Berna, affinché si riprenda il discorso su un “equo indennizzo” da parte della Confederazione al Ticino, a compensazione dei vantaggi finanziari che vengono a mancare al nostro cantone a causa del procrastinare da parte italiana della firma dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri.

Un piacere purtroppo attenuato dall’evidente motivazione elettorale a monte di una richiesta che il PLR, partito filo-governativo senza se e senza ma, ha in passato sempre combattuto – almeno a livello cantonale. Per dare a Cesare quello che è di Cesare, infatti, è opportuno rendere noto che una mozione in tal senso era già stata depositata dall’UDC Marco Chiesa il 12 settembre 2017. Il parere del Consiglio federale fu in quell’occasione molto esplicito: la mozione s’ha da respingere! In sostanza, per due motivi: la mancanza di una regolamentazione che permetta alla Confederazione di versare delle compensazioni finanziarie e perché tale risarcimento costituirebbe una discriminazione nei confronti degli altri Cantoni.

Che cosa è cambiato rispetto al 2017 per giustificare questo “plagio” parlamentare? Quasi nulla, solo un piccolo ma non insignificante particolare: il 2019 è anno di elezioni, e un’attività a favore del cantone e dei suoi elettori costituisce un – ancorché patetico – tentativo di sviare l’attenzione dal fatto che il partito in questione è stato fra gli affossatori dell’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa e, di conseguenza, uno dei maggiori responsabili della distorsione in atto sul mercato del lavoro ticinese.

Il tradimento perpetrato dalla maggioranza dei deputati alle Camere federali nei confronti della Costituzione – su cui peraltro gli stessi giurano fedeltà – sfociato nell’aborto di legge d’applicazione che, di fatto, dell’articolo costituzionale votato da popolo e cantoni non applica nulla, è un marchio difficile da cancellare, ma il PLR ci prova esprimendosi a favore di un provvedimento che ha in realtà fino a oggi avversato. O ha già dimenticato che, a livello cantonale, il 17 settembre 2017 il deputato in Gran Consiglio Tiziano Galeazzi, aveva inoltrato una mozione volta – oltre che al blocco dei ristorni all’Italia dell’imposta preventiva pagata dai frontalieri – anche alla richiesta di detto indennizzo alla Confederazione? E che il rapporto che affossava la mozione – facendo “copia e incolla” delle motivazioni espresse dal Consiglio federale in risposta all’atto parlamentare di Chiesa – era redatto dal deputato Matteo Quadranti (PLRT), e fu sostenuto in aula dallo stesso partito? Di transenna si può sottolineare poi come detto rapporto fu bocciato nonostante il sostegno in massa di PLRT e PS ma, non essendo stato presentato un rapporto di minoranza in alternativa, la situazione rimase allo status quo ante.

Il 26 novembre 2018, Galeazzi è tornato alla carica con una mozione analoga, tuttora da trattare in commissione. Se il PLRT vorrà sottolineare la posizione modificata – e, come detto sopra, benvenuta da parte dell’UDC – della sua deputazione a Berna, avrà l’opportunità per farlo appoggiando la mozione Galeazzi. Ma, ci si perdoni un certo scetticismo, siamo più propensi a credere che assisteremo all’ennesima arrampicata sugli specchi nel tentativo (speriamo per una volta vano) di spacciare il diavolo per acquasanta agli occhi degli elettori.

UDC Ticino