Gli occhi e le orecchie di tutto il mondo sono sintonizzati sulla Città del Vaticano dove si svolge il vertice che non ha precedenti nella storia. Iniziato giovedì, durerà quattro giorni, e servirà per discutere della protezione dei minori nella Chiesa cattolica contro gli abusi sessuali da parte del clero.

Papa Francesco lo aveva annunciato a settembre dello scorso anno, scatenando ottimismo sul fatto che il problema globale degli abusi su minori da parte di alcuni preti cattolici, sarebbe stato affrontato con uno sforzo coordinato a livello internazionale. Sono stati invitati, difatti, i presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo, i capi delle chiese orientali cattoliche e i rappresentanti di tutti gli ordini religiosi maschili e femminili.

Il padre gesuita Federico Lombardi, che sta moderando l’incontro, ha detto che ci sono tra i 160 e 180 partecipanti. Ci si aspetta che tutti gli invitati apprendano quali sono le proprie responsabilità, come guide spirituali o come vescovi, e approfondiscano a loro conoscenza delle leggi e le procedure della Chiesa che già esistono per proteggere i giovani.

È stato chiesto ad ogni vescovo partecipante di incontrare i sopravvissuti agli abusi sessuali nei loro rispettivi paesi prima di arrivare a Roma per la conferenza convocata dal Papa. Gli organizzatori sperano che i partecipanti, ascoltando le vittime saranno ispirati ad adottare una cultura appunto di responsabilità e trasparenza. Ascoltare ciò che abusi e negligenza hanno fatto alle persone che li hanno subiti sarà fondamentale per affrontare una questione profondamente radicata, che molti ritengono la Chiesa non sia riuscita ad affrontare in modo adeguato, finora.

Il gesuita padre Hans Zollner, professore di psicologia e presidente del Centro per la protezione dell’infanzia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, ha detto che questo servirà agli ascoltatori ad aprire veramente la mente e il cuore. L’incontro non riguarderà la produzione di documenti, ma spingerà le persone a compiere i passi necessari verso una maggiore trasparenza e responsabilità.

Il Papa ha scritto ai vescovi una lettera chiarendo cosa pensa che la Chiesa debba fare per rispondere alla crisi degli abusi. Le soluzioni amministrative che contengono nuove norme non sono sufficienti. Si devono affrontare i casi concreti e scoprire le dinamiche che hanno reso possibile il verificarsi di tali atteggiamenti malati, ha affermato.

Il summit di questi giorni, porterà a ulteriori misure che saranno prese. Come ad esempio una task force composta da esperti di protezione dei minori istituita nei vari continenti per aiutare i vescovi a creare, rafforzare e attuare le linee guida.

La Chiesa cattolica è ben consapevole dei problemi che sono più ampi e connessi agli abusi di potere, coscienza, e violenza contro seminaristi, religiosi e altri adulti. Ma questo summit si concentrerà esclusivamente sulla protezione dei minori dagli abusi.

L’arcivescovo australiano di Brisbane, Mark Coleridge, ha suggerito che il Vaticano ha bisogno di dare risposte alle vittime ed esaminare le profonde radici degli scandali di abusi ormai decennali. Si deve creare un nuovo “Dicastero di alto livello” che sia incentrato nell’assicurare l’integrità della Chiesa. Un modo per segnalare la gravità dei problemi che la affliggono. “Questa è una emergenza globale”, ha detto Coleridge, affermando anche che il summit di questi giorni non sarà sufficiente per valutare se i vescovi di tutto il mondo stanno rispettando il loro obbligo di segnalare sacerdoti accusati di violenza sessuale.

È necessario un serio cambiamento culturale per vedere realizzata la più grande sfida di Papa Francesco.