Le forze democratiche siriane (SDF), una coalizione di arabi e curdi sostenuta dall’esercito degli Stati Uniti, hanno affermato che il gruppo terroristico dello Stato islamico sta rallentando le operazioni di liberazione dell’ultimo pezzo di territorio rivendicato nella città di Baghuz, nella Siria orientale. Le donne e i bambini che stanno scappando dalla città siriana, non avrebbero dovuto essere lì.

Dopo l’offensiva lanciata a inizio febbraio con gli intensi bombardamenti aerei da parte degli Stati Uniti, gli ultimi rifugiati dello Stato islamico provenienti da vaste aree di territorio che un tempo il gruppo controllava in Siria e in Iraq, si sono spinti a fortificarsi insieme agli estremisti in una piccola area di terra situata sulle rive del fiume Eufrate vicino al confine iracheno.

La promessa utopistica dell’IS è diventata una difficoltà sanguinosa e sempre più restrittiva. La città di Baghuz è diventata un punto di raccolta.

Ora migliaia di civili, rapiti con forza durante questi anni, tra cui anche le famiglie dei combattenti islamici, hanno lasciato l’area controllata dagli estremisti. Ogni giorno le forze SDF ricevono e aiutano a fuggire centinaia di famiglie dell’IS rimaste all’interno con i loro figli, più di quanto ci si aspettasse prima dell’inizio dell’operazione militare.

Il portavoce delle SDF, Mustafa Bali, ha dichiarato che la grande maggioranza dei civili ha già lasciato Baghuz, ma un piccolo numero, di cui non c’è una stima esatta, è ancora intrappolato nella città e vengono usati come scudi umani per far rallentare l’offensiva finale. I combattenti dell’IS hanno aumentato i contrattacchi contro i soldati delle forze siriane democratiche usando veicoli guidati da kamikaze, cecchini che si nascondono dietro bambini e donne per evitare i bombardamenti aerei, e tunnel carichi di esplosivo.

Un ufficiale militare, Mervan Rojava, ha affermato che questa tattica è stata già usata in precedenti battaglie, ma questa volta è una sfida per i combattenti dell’IS stessi, perché non hanno nessun altro posto dove poter andare. Il gruppo terroristico controlla adesso solo meno di due chilometri quadrati nella parte ovest di Baghuz. Dunque tutti i tunnel che sono stati scavati non sono per la fuga.

Donald Trump aveva detto a metà febbraio che la sconfitta dell’IS sarebbe stata annunciata nelle successive 24 ore. Ma quelle 24 ore hanno visto passare diversi giorni di tregua proprio per permettere la fuga di migliaia di civili e bambini innocenti, prima di riprendere il combattimento.

Venerdì a notte inoltrata, oltre 15 mila militari delle SDF hanno lanciato il loro ultimo assalto all’IS, sostenuti da aerei da guerra e artiglieria americana e della coalizione. Sabato è stata espressa la speranza che la battaglia finisca presto, nonostante gli intensi scontri a fuoco insieme a ondate di attentatori suicidi.

I progressi sono lenti, con i miliziani dell’IS che fanno ampio uso di grotte che si estendono al di sotto della città con profondità sconosciute, e con le trappole mortali che le forze della coalizione incontrano durante l’avanzata. Ma nella piccola città di Baghuz trasformata in una enclave abbandonata, gli ultimi resti dello Stato islamico hanno davvero i giorni contati in questa battaglia che sembra davvero decisiva.