Una riflessione di Nadir Sutter. Pensiero del giorno

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Nessuno deve scusare espressioni infelici. Giustificate o meno restano quello che sono.

C’è però una riflessione da fare, da parte di tutti. Ci accorgiamo che oggi, in tempi di politicamente corretto ad ogni costo, avere un Handicap, essere parte di una minoranza, contare come discriminato, diventa un semi-vantaggio? Mi spiego: Ho sentito di uno studio in corso. Pare, stia dimostrando, come ci sia una tendenza in atto che trasforma la discriminazione in vantaggio sociale. In altre parole, l’attuale eccesso di politicamente corretto, si trasforma in una deriva che impedisce la critica, obiettiva e giustificata, se rivolta verso gruppi o persone singole che si possono definire “discriminate”.

Per esempio l’Oscar a “Green Book” quale miglior film (se lo è pienamente meritato) secondo questo studio, pare abbia avuto un vantaggio “discriminazione”, arriva al momento giusto, con il passo avanti di vantaggio che serve a essere definito il miglior film dell’anno.

È la tendenza in atto della differenza come vantaggio “politico”, e “Me too”, la discriminazione di genere, l’eccesso di dover declinare ogni attività nel genere “giusto” e altre manifestazioni di questo tipo lo dimostrano. La discriminazione (vera o presunta) rischia di essere trasformata nell’avere ragione,da parte del discriminato, a prescindere. Di riflesso la condanna verso chi osa una qualsiasi osservazione verso un discriminato.

Oggi non si può più parlare in modo pacato di possibili punti deboli dovuti a un handicap. Alla fine, è un bene? Se sì, per chi?

Dobbiamo rispetto a qualsiasi persona, di qualsiasi credo, colore di pelle, tendenza sessuale o qualsiasi altra “differenza” che lo distingue. Integrazione è giustamente, riconoscere i punti di forza differenti. Ma dobbiamo davvero mettere sotto una campana di vetro qualsiasi differenza? Pensiamoci, è la tendenza di questi tempi.

Nadir Sutter, candidato al Gran Consiglio per l’UDC