di Daniele Bisang, fiduciario immobiliare,candidato al Gran Consiglio per il PLR

Recentemente c’è stata un’iniziativa dei Comuni che nel frattempo sono diventate due. Non voglio ripercorrere il loro contenuto, sul quale si dibatterà compiutamente, ma sottolineare ancora una volta l’atteggiamento meno remissivo degli stessi supportati anche dall’ atteggiamento prudente da parte dell’associazione dei Comuni alla quale, ed è bene ricordare, aderisce solo una parte dei Comuni di Ticinesi.  A questo punto mi pare importante sottolineare che i Comuni, facendo leva su strumenti stabiliti da legge, malgrado un clima di accorpamento non sempre spontaneo (fino a quando esiterà il mio Comune?), incominciano a ringhiare sommessamente. È un atteggiamento riscontrabile anche a livello Svizzero dove l’associazione dei Comuni, sulla carta una potenza di guerra, resasi conto di contare molto meno di quanto prospettato, stanno brigando per portarsi a casa la facoltà di “referendare”.

Politicamente parlando sta tentando di presidiare l’anticamera dell’esecutivo e nel contempo brandire l’alabarda del “non siamo d’accordo, sentiamo il popolo sovrano”! Un classico dei partiti e dei movimenti di giornata e non.

E da ultimo un contrappeso ai Cantoni che come sappiamo sono organizzati ed efficienti in fatto di condivisione o meno degli indirizzi politici, specialmente se sono facilmente cifrabili. Se la conferenza dei direttori delle finanze si mette di traverso l’esecutivo è con le spalle al muro, tanto per rendere l’idea.

E torniamo a noi! Il recente atteggiamento dei Comuni Ticinesi non potrà che ravvivare il dibattito politico e riavvicinare la comunità allo stesso. Quindi un fatto positivo del resto come sempre quando il cammino è democratico e confortato dall’evidenza dei fatti.

In questo clima va annoverata anche la resistenza dei Comuni nei confronti del tecnico o della oligarchia di pochi funzionari. Mi riferisco al Piano Direttore Cantonale ed alla legge sullo sviluppo territoriale la cui implementazione svuota di fatto la competenza comunale nella gestione dinamica del suo territorio.

Gli chiude la valigia dei sogni. Ben venga quindi questa nuova coscienza. Noi ci siamo, ma non siamo da mettere sotto tutela! Volete sventolare sussidi e compensazioni? Fatelo pure ma d’ora in avanti dovrete sedervi con noi al tavolo. Voi volte gestire il paese? Occhio che il paese siamo noi.

Che i Comuni possano così fiancheggiare il legislativo liberandolo dall’immediatezza e dallo strapotere del Governo ce lo possiamo solo che augurare.

Ora v’è da scegliere, con la clava od il guanto di velluto! Lasciamo il tempo al tempo!

Pubblicato su Opinione Liberale