SOVRANITÀ E SOVRANISMO  Il tema è aspro e diviene ogni giorno più aspro ma il dibattito organizzato dall’Associazione Società Civile giovedì 28 febbraio all’Hotel Dante è stato moderato e signorile. È in gioco il destino del nostro Paese? Vero, ma nessuno si è lasciato andare.

Folto pubblico e assai qualificato. Abbiamo notato Regazzi, Marina Masoni, Tarchini, Siccardi, Morisoli, Pamini, von Wyttenbach, Cometta, Moor, Alessandra Zumthor, Frapolli… e molti altri. Per l’occasione, importante, ci sarebbe potuto essere il presidente  onorario (e per lunghi anni presidente effettivo) dell’ ASC Svizzera Tito Tettamanti, spiritus rector del fronte “anti accordo quadro”, impegnato a fondo, giorno dopo giorno, in una battaglia più che difficile. Ma era, purtroppo, “fuori Europa”. Nonostante gli anni l’Avvocato si conserva in ottima forma e continua a viaggiare, come ha fatto per tutt’una vita. Il suo nome è stato evocato più volte.

Ha salutato i convenuti il presidente dell’ASC Ticino Maurizio Agustoni, che in politica riveste la funzione di capogruppo PPD in Gran Consiglio.


Il moderatore Giancarlo Dillena ha esordito facendo notare che “sovranismo” è un termine cui viene attribuita una connotazione negativa, mentre lo stesso non avviene per “sovranità”. A questa considerazione ha replicato Filippo Lombardi: “Salvini ha modificato gli statuti della Lega, che si qualifica come movimento sovranista“.

C’era molta attesa a Lugano per Roger Köppel, direttore della Weltwoche. l’unica rivista importante di destra in tutta la Svizzera. Köppel è anche consigliere nazionale (Zurigo) essendo stato eletto con una valanga di voti. Va pur detto che la sua posizione mediatica lo ha enormemente avvantaggiato nella votazione.

Il dibattito (un’ora e mezza) è stato intenso e a tratti brillante, sempre improntato a un perfetto fair play, benché le posizioni dei due relatori fossero radicalmente contrapposte. Lombardi, vecchia volpe esperta che giocava “fuori casa” (vista la composizione del pubblico), ha usato toni concilianti e “soft”, senza tuttavia rinunciare alle sue convinzioni di base, totalmente favorevoli all’Accordo quadro.

Köppel ha ribadito più e più volte che in Svizzera “la sovranità appartiene al popolo”, il quale può esercitare i suoi diritti anche direttamente, “sorpassando” la democrazia rappresentativa, che nel nostro paese (lo dice Köppel e lo diciamo anche noi) troppo spesso ha dato pessima prova di sé.

Certo, un’obiezione si potrebbe muovere al direttore della Weltwoche”. Il giudizio del popolo non deve essere “assolutizzato” o, addirittura, “divinizzato”. Il popolo può essere manipolato, ingannato, portato all’isteria facendo capo a tecniche ben conosciute. Ma la fede di Köppel nel popolo – munito della sua saggezza “di base” e sempre diffidente nei riguardi dei politici “venditori di tappeti” (espressione nostra) – è salda.

Lombardi, comprensibilmente, è intervenuto osservando che “gli altri stati, la Germania, l’Italia, la Francia…, hanno istituzioni diverse, ma non per questo debbono definirsi non democratici”.


Dichiara Köppel: “la sovranità è la capacità di uno Stato indipendente di prendere le decisioni essenziali sulle regole valide sul suo territorio”. La Svizzera è “sovrana” ma dopo l’accettazione dell’Accordo quadro non lo sarebbe più. Bisogna tener duro. “Quando uno ha paura di morire, non deve suicidarsi”. Dire (come moltissimi fanno) “noi siamo così piccoli mentre loro sono così grandi”… non è una strategia intelligente. “Il sistema istituzionale europeo e quello svizzero sono incompatibili”. E questo, si sa, è esattamente il pensiero di Tito Tettamanti.

Nell’ampio e ricco dibattito si sarebbe dovuto – a nostro avviso –  riservare uno spazio: 1) all’inflessibilità dei liberali-radicali a sostegno all’Accordo quadro e al possibile “costo” elettorale di tale posizione “granitica”, fermamente voluta dai massimi potentati industriali e finanziari;  2) la posizione oscillante ed ambigua del PSS (“teatrino”) che finirà al 99,9% nell’acquiescenza al diktat dell’UE.


Lombardi naturalmente ha contrattaccato con varie frecce al suo arco, e sempre con abilità. “Noi speravamo nella Brexit ma la nostra posizione con la Brexit non è migliorata, anzi. È possibile che si arrivi a una tregua armata”. Forse, ma è altrettanto possibile che la Svizzera sia costretta a decidere. L’Europa usa senza riguardo l’arma della pressione. “Nessuno ci farà regali”.

(nostro commento finale) Quali le prossime scadenze, e che cosa dobbiamo attendere?  A) le elezioni europee (sì, con speranza)  B) la decisione del Consiglio federale (senza speranza)  C) il voto del popolo, che arriverà (una battaglia spietata per l’indipendenza del nostro Paese, ma potrebbe essere l’ultima!).

In conclusione, una serata di grande interesse, pienamente riuscita. Presidente Agustoni, dovremmo organizzarne più spesso!

Chi ha vinto? Io sto con Köppel. Ma Lombardi… è stato bravo.