Nell’oscurità della Cripta dei Cappuccini, a Vienna, tre volte il becchino bussò.

– Chi è?, aveva risposto il frate, dall’interno

– Zita, imperatrice d’Austria, regina di Boemia e regina apostolica d’Ungheria.

-Chi è? ripeté, sordo ai titoli, il custode delle tombe degli Asburgo.

Zita di Borbone Von Parma, aveva allora risposto il portatore.

-Chi è? domandò, ancora, ostinato, il frate.

Ed il becchino, seguendo il rito, rispose:

-Zita, una peccatrice.

Sic transit gloria mundi. Così gli imperatori e le loro consorti, i loro figli mai nati e le giovami spose morte anzitempo, entravano nella Cripta dei Cappuccini di Vienna, seguendo un rituale che ne spogliasse le vitali vestigia passate. Peccatori, nient’altro. In bronzee tombe lucenti, oggi mistica attrazione per turisti.

Zita non era stata una peccatrice, e la folla del lunghissimo corteo l’aveva acclamata, piangente. Era morta col sorriso, per rivedere l’amato Carlo, che da molti anni l’aveva preceduta. Era il 1° aprile del 1989, e le ultime spoglie destinate ad entrare nella Cripta trovavano il loro luogo nei sotterranei di Vienna.

Zita era passata all’altra vita il 14 marzo del 1989 alla veneranda età di 97 anni. Era stata l’ultima imperatrice d’Austria, della dinastia dei Borbone-Parma, nata il 9 marzo 1892.

Dopo la Prima Guerra Mondiale e la capitolazione dell’Impero austroungarico, Zita e il marito Carlo I erano stati forzati all’esilio, prima in Svizzera indi a Madeira. Nel 1922 Carlo era morto e Zita, ad appena 29 anni, già madre di ben otto figli, era rimasta vedova.

Nata in provincia di Lucca, cresciuta nella Bassa Austria, Zita parlava 5 lingue. Chiesta in moglie nel 1911 dall’arciduca d’Austria (erede al trono dopo l’assassinio a Sarajevo di Francesco Ferdinando), si sposò il 21 ottobre al castello di Schwarzau. Il matrimonio avrebbe donato alla coppia ben 8 figli. I due giovani sposi, durante la Prima Guerra Mondiale, si trasferirono a Schönbrunn, e la personalità lucida  e ferma di Zita fece sì che l’imperatore in carica, il vegliardo Franz Josef, le confidasse le sue (fondate) paure per la fine della guerra. Il vecchio imperatore aveva ragione: alla fine del conflitto, mosso (anche) dall’Austria, l’impero sarebbe imploso e Zita e Carlo non sarebbero mai saliti sul trono di quell’Austria che non era più tale.

Incoronati tuttavia a Budapest un anno prima del Trattato di Versailles, il 30 dicembre 1916, furono comunque formalmente proclamati regnanti, ma il destino aveva altro in serbo per loro.