Hodler – Segantini – Giacometti

Capolavori della Fondazione Gottfried Keller
24 marzo – 28 luglio 2019
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano sede LAC Lugano Arte e Cultura

A cura di Tobia Bezzola e Francesca Benini

 

Dal 24 marzo al 28 luglio 2019 il Museo d’arte della Svizzera italiana, in collaborazione con il Museo nazionale svizzero di Zurigo e l’Ufficio federale della cultura, presenta una grande esposizione dedicata alla collezione della Fondazione Gottfried Keller. La mostra riuniscei principali capolavori della raccolta custoditi nei musei elvetici, tra cui opere di Hodler, Segantini e Giacometti.

A quasi 60 anni dall’ultima presentazione pubblica, il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) ospita i capolavori della Fondazione Gottfried Keller, una delle più importanti collezioni nazionali d’arte svizzera dal XII al XX secolo, gestita oggi dall’Ufficio federale della cultura. L’esposizione, curata dal direttore Tobia Bezzola e da Francesca Benini, collaboratrice scientifica del museo, comprende principalmente opere pittoriche del XIX e XX secolo, con significative incursioni nei secoli precedenti, che documentano alcune delle figure maggiori di artisti svizzeri.

Böcklin, “L’isola dei morti”

L’allestimento si apre con La Vergine dei Mercedari di Giovanni Serodine (1620-1625, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate), attraversa il Settecento con importanti opere di Liotard, Petrini, Wolf, Füssli e Sablet per giungere all’Ottocento di Calame, Zünd, Böcklin, Koller, Anker, Hodler, Segantini e molti altri. All’atto costitutivo della Fondazione Gottfried Keller nel 1890, Arnold Böcklin fu nominato dalla fondatrice Lydia Welti-Escher membro della Commissione federale – incaricata dell’acquisto delle opere. In mostra, l’artista basilese è rappresentato da opere fondamentali, tra cui Die Toteninsel (L’Isola dei morti, 1880), celebre esempio della sua pittura evocativa. Il dipinto fu acquistato nel 1920 per il Kunstmuseum di Basilea, in concomitanza con un altro capolavoro della pittura svizzera.

Hodler, “l’Eletto”

Si tratta dell’Auserwählte (L’Eletto, 1893-94) di Ferdinand Hodler depositato presso il Kunstmuseum di Berna, in cui l’artista segue un principio compositivo basato sulla simmetria, che diventa carattere distintivo della sua pittura simbolista. L’opera è esposta assieme a Abend am Genfersee (Sera sul lago Lemano, 1895, Kunsthaus Zürich), tra i soggetti preferiti di Hodler per quanto riguarda la pittura di paesaggio.

Segantini, “la Natura, la Vita, la Morte”

Giunge eccezionalmente a Lugano il maestoso trittico ispirato alle Alpi – La Natura, La Vita, La Morte – (1896-1899) di Giovanni Segantini, in deposito al Museo Segantini di St. Moritz ed esposto nuovamente al sud delle Alpi dal 1899. Il suo acquisto nel 1911 permise al museo
engadinese di ampliare il nucleo di lavori dell’artista, divenendone l’attrazione principale. Il trittico rimarrà al MASI oltre la chiusura dell’esposizione, al centro dell’allestimento Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini, affiancato a importanti paesaggi coevi delle raccolte del MASI.

Giacometti, “Buste d’Annette”

Con Meyer-Amden e Auberjonois – i primi artisti contemporanei a figurare nella collezione negli anni Sessanta –, Amiet, Vallotton, Itten e Giacometti si entra nel secolo successivo. Nel XX secolo, Felix Vallotton riscopre con altri artisti del suo tempo il motivo della natura morta: lo testimonia un lavoro del 1914 proveniente dal Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna. Il percorso espostivo termina con una scultura: Buste di Annette (Busto di Annette, 1964, Musée d’art et Histoire Genève) di Alberto Giacometti. Nel volto della donna si percepiscono l’energia e il movimento che caratterizzano i lavori dello scultore svizzero.