Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Al giorno d’oggi nulla si può ottenere senza uno sciopero: i diritti dei gay, i diritti delle donne, i diritti del clima. Funziona. Sembra essere un metodo infallibile.

Che cosa farà Bertoli? Come socialista sarà certamente favorevole (mentre l’UDC sarà contraria). Il 14 giugno si vedrà. Al momento il ministro ha delle scadenze… più ravvicinate!

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Lettera aperta al direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport

Egregio direttore,

Ci rivolgiamo a lei in quanto riteniamo fondamentale il ruolo della scuola nella creazione di una cultura del rispetto delle differenze di genere e della lotta alle discriminazioni.
Come saprà il prossimo 14 giugno le donne incroceranno le braccia in Svizzera per rivendicare il riconoscimento dei propri diritti. Contrariamente da quanto affermato da più parti, compreso il Consiglio di stato e il suo Dipartimento attraverso alcuni funzionari dirigenti, sarà una giornata di sciopero con astensione dal lavoro. Sarà uno sciopero del lavoro produttivo, del lavoro di cura, del consumo e dello studio. Uno sciopero per ricordare che ancora oggi le donne sono discriminate in moltissimi ambiti della vita pubblica e privata.

Nel mondo del lavoro le donne sono ancora pagate meno degli uomini e sono assunte in settori dove i salari sono più bassi, le condizioni di lavoro meno garantite e le percentuali di lavoro parziali o flessibili. Il lavoro a tempo parziale è un lavoro tipicamente femminile, si tratta spesso di un lavoro non scelto e che comunque comporta salari meno elevati, minori garanzie contrattuali e difficoltà a realizzare una carriera professionale.

Oltre al lavoro salariato, sono le donne a svolgere la maggior parte del lavoro di cura e domestico, un lavoro non valorizzato e che spesso si somma a quello salariato, trasformando le giornate delle donne in una corsa ad ostacoli.

Le varie forme di violenze toccano ancora prepotentemente le vite delle donne, solo in Ticino ogni giorno vengono segnalati alla polizia 3 casi di violenza domestica e si tratta unicamente della punta dell’iceberg essendo un fenomeno sommerso. Quando le donne trovano il coraggio di denunciare vengono continuamente rimesse in discussione, non vengono credute e devono subire le lungaggini della burocrazia, tempi lunghissimi e rivivere le violenze subite che sono spesso divulgate tramite mezzi di stampa o social networks. I tempi delle vittime come la loro privacy non è ancora garantita nel nostro Cantone.

In questo contesto le donne migranti sono ancora più vulnerabili, vittime di una doppia discriminazione, legata al proprio genere e all’etnia.

I media, la pubblicità e i programmi scolastici continuano a veicolare un immaginario femminile stereotipato. Nella formazione e nella ricerca, in particolare nelle scuole superiori e in quelle universitarie, le tematiche di genere e la storia delle donne sono ignorate o fortemente ostacolate come pure la femminilizzazione del linguaggio.

Per queste ragioni diverse associazioni e donne singole in tutto il paese hanno deciso di indire uno sciopero generale, riprendendo un’iniziativa già avvenuta nel 1991 in Svizzera e che sta prendendo piede anche in altri paesi europei.

Con questa lettera le chiediamo quindi, come direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, di dare un segnale chiaro di sostegno a questa mobilitazione anche per dare un’indicazione alle nuove generazioni sulla necessità di mobilitarsi in difesa dei propri diritti.

Le chiediamo quindi di adoperarsi per dare alle direzioni di tutti gli istituti scolastici a tutti i livelli indicazioni concrete al fine di permettere alle docenti e alle studentesse di partecipare alle attività previste durante tutte la giornata, nel concreto si tratterebbe di:

Evitare di inserire esami, consigli di classe, collegi docenti nell’intera giornata del 14 giugno
• Mettere a disposizione spazi nelle varie sedi per le eventuali attività previste quel giorno
• Sostenere tutte le iniziative già intraprese nelle diverse scuole per partecipare a questa giornata di protesta.

Riteniamo fondamentale, come per altro fatto da alcuni suoi colleghi della svizzera romanda, che il Dipartimento prende concretamente posizione in questo senso e dia indicazioni chiare alle direzioni affinché favoriscano la partecipazione del corpo docente e delle studentesse a questa giornata.

Sicure che il nostro appello possa essere accolto e ascoltato e in attesa di un suo riscontro, le mandiamo i nostri più cordiali saluti

Il collettivo Io lotto ogni giorno