La rielaborazione del puro dato “nudo e crudo” al fine di ottenere la proiezione
L’impressionante “camuffamento” del voto leghista
“Vi voterò ma non lo dico”

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Questo testo lo giudichiamo importante perché supponiamo che provenga da ambienti ben informati, anche e soprattutto sugli aspetti tecnici.

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dal sito ilfederalista.ch

Quest’ultima proiezione rimette equilibrio tra la prima e la seconda. E conferma, se ce n’era bisogno, che bene hanno fatto i leghisti a non cedere alla tentazione di andare a rete in solitaria corsa, accettando invece l’assist (da ricambiare il prossimo autunno) dei democentristi. Il dato del 25 marzo colloca il tandem Lega/UDC al 32% (valore medio). Scorporando, troveremmo una Lega attorno al 26-27,5%: date un occhio al valore medio del PLR…

La Lega ci ha abituati da alcune legislature ai suoi scatti finali. La ragione non sta semplicemente nella legge statistica appena ricordata, ma forse anche nel fatto che molti leghisti si celano dietro il “non so ancora” (in quella quota dell’11%). Resta infatti sempre nei nostri sondaggi un impressionante fattore di “camuffamento” del voto leghista, un enigma quasi indecifrabile: come spiegare l’inibizione dei leghisti a dichiararsi tali, dopo oltre 20 anni di presenza della Lega in Governo e con un CdS a trazione leghista da ben due legislature?

Sta di fatto che il dato puro di sondaggio darebbe il PLR in vantaggio di circa 20 punti percentuali sulla Lega! Come Pisani ha più volte spiegato, grazie all’algoritmo ricavato dal confronto tra il dato “storico” del campione (“cos’ha votato 4 anni fa”) e il risultato reale delle precedenti elezioni, diventa possibile una proiezione sul sondaggio che lo riporta “alla realtà”. Che succede tra i candidati della Lega?