di Alessandra Noseda, candidata al Gran Consiglio per la Lega

“La RSI spesso assomiglia a un triste organo di regime”

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Io e Alessandra non siamo uguali. Lei ha sempre sostenuto il servizio pubblico televisivo, io no. Ho votato SÌ alla “no Billag” senza neppure una notte insonne, perdendo rovinosamente (ma non per questo sono morto né ho perso il buon umore). 

Potevo forse sostenere “un triste organo di regime”?

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LETTERA A CANETTA

Egregio direttor Canetta,

mi permetto questa lettera aperta perchè l’argomento è la qualità del servizio pubblico. Chi scrive ha sempre sostenuto il servizio pubblico televisivo. Non che apprezzi i giochi a premi in prima serata, brutta imitazione di quelli già poco apprezzabili d’oltre frontiera, l’abbondanza di telefilm e serie di poco valore, lo scadimento dei programmi rivolti ai bambini: nella convinzione che un servizio pubblico non vada demolito ma migliorato ho dato anch’io il mio contributo controcorrente alla campagna No Billag, risultata poi vincente alle urne.

Dopo la fiducia che vi abbiamo concesso, mi aspettavo da parte vostra un riesame dell’ utilizzo degli spazi televisivi finanziati con tanti soldi pubblici ed un miglioramento dell’offerta, invece niente. Particolarmente non apprezzabili sono i telegiornali, i radiogiornali e spesso gli “approfondimenti” radiofonici: non sono rivolti ad “informare” ma ad “orientare” l’ascoltatore sulle posizioni del giornalista di turno utilizzando la tecnica delle mezze verità, delle frasi omesse e dei discorsi estrapolati che corrispondono troppo spesso a falsità vere e proprie. Non si tratta di essere di destra o di sinistra, si tratta di onestà intellettuale.

Un esempio recentissimo i telegiornali di questi giorni riguardanti gli attacchi di Gaza su Israele, al cuore di Tel Aviv, con i commentatori preoccupati a far passare da vittime gli aggressori, a non mostrare le case israeliane distrutte, omettendo perfino gli assassinii compiuti da Hamas sui palestinesi che si ribellano al regime. Per non parlare di Modem di venerdi’ 29. L’elenco delle storture d’informazione può continuare: il silenzio su ciò che sta davvero avvenendo in Francia, la dis-informazione sulla Brexit fatta passare come catastrofe, per restare a casa nostra c’è perfino il plauso sulle statistiche SECO riguardo alla disoccupazione… il servizio pubblico deve fornire dati reali perché il cittadino acquisisca elementi per un giudizio libero ed individuale, la RSI spesso assomiglia a un triste organo di regime, e non è una mia osservazione esclusiva.

Sicura di un suo impegno nel miglioramento della qualità televisiva la saluto cordialmente