Abbiamo scelto per il Pensiero odierno una citazione da un’interessante intervista (su un tono in verità un po’ seccato e recriminatorio) concessa da Michele Rossi, candidato PPD al governo, a Ticinonews. Noi comprendiamo il suo disappunto ma continuiamo a pensare che avesse sperato un po’ troppo.

Se egli sia “euroturbo” o meno, non sappiamo; ma è certo che l’etichetta “filo EU” di questi chiari di luna è micidiale e potrebbe abbattere un toro.

Le cose però non sono mai così semplici. Proprio oggi ci siamo ritrovati tra le mani le raccomandazioni di voto dell’ASNI (Ass. per una Svizzera Neutrale indipendente”). C’era un unico nome PPD, quello di un medico di Locarno. In altri termini, se siete “europeisti” è come se aveste la peste bubbonica… ma di opporsi apertamente al disastroso Accordo quadro, non se ne parla nemmeno. È immensa l’ipocrisia che regna nel mondo della politica!

Post scriptum. E quanti nomi PLR ? Ah questo dato non lo rivelo. Anch’io ho i miei segreti.

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MICHELE ROSSI  “Eppure i miei avversari si sono limitati a dire che non sarei stato un degno rappresentante del Mendrisotto sulla lista del PPD o che, altra scempiaggine, io fossi un europeista. La realtà è che pur essendomi trasferito per questioni di lavoro a Lugano, io sono nato e cresciuto a Mendrisio e che la mia famiglia, patrizia di Arzo, ha contribuito sin dall’Ottocento alla vita politica mendrisiense. Idem per la questione dell’europeista. Se essere europeisti significa aver contribuito in quanto negoziatore a quegli accordi bilaterali che oltre ad essersi rivelati uno dei maggior successi diplomatici del Dopoguerra, vennero chiesti a gran voce dagli stessi Blocher e Bignasca, in alternativa allo Spazio economico europeo, be’ allora sì, allora sono europeista. Ma non sono un “euroturbo” e non chiedo l’adesione della Svizzera all’UE, capisce? Eppure queste sono e accuse che mi vengono rivolte in questa campagna elettorale degna del nostro passato recente.”