E anche sui manifesti è guerra su ogni rimando al Fascio

CasaPound protesta contro la censura, ma il Social Network di Facebook li ha censurati tutti: Gianluca Iannone, leader romano del Partito, tre consiglieri comunali e sei membri del partito, tra cui vari candidati sindaci alle amministrative.

“Andando a cancellare personalità democraticamente candidate, si va a ledere le libere scelte dei cittadini” ha scritto Casapound sul suo giornale, il Primato Nazionale.

“E’ chiara la presenza”continuano gli anonimi scrittori, che denunciano la censura “di un disegno ben preciso che mira a cancellare le voci dissonanti rispetto alla narrazione dominante.”

il pretesto che avrebbe fatto sì che i dirigenti di Facebook cancellassero gli account di CPI, sarebbe stata la protesta di CPI stessa a Torre Maura a Roma contro l’arrivo di 40 rom, durante la quale alcuni manifestanti avrebbero minacciato di bruciare le palazzine purché non ospitassero i rom nel loro quartiere. Eppure si vocifera che questa sia stata solo la goccia a far traboccare il vaso: CPI a Facebook non è ben vista. Come al resto dei Media, d’altra parte:

Nel frattempo infatti una rivolta social sempre tramite Facebook si è scatenata contro Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote 50enne del Duce, nato in Argentina, che ha avuto l’ idea di scrivere il proprio nome nei manifesti con un font che molto rimanda a quello usato dal Fascio nel ventennio.