di Cristina T. Chiochia

La vicina Milano in Italia, fino al 23 Giugno 2019, ospita una mostra singolare, dove si affronta il genio del pittore Ingres come stile e non attraverso i suoi capolavori più noti e conosciuti ma, come recita il titolo stesso della mostra, come esempio di “vita artistica ai tempi dei Bonaparte”.

Novità ed ispirazione d’oltralpe quindi, per chi già conosce l’artista ma che vuole ri-conoscerlo attraverso la sua tecnica del disegno ed i contorni della società in cui viveva. Una mostra che sa testimoniare al pubblico italiano, poco abituato in verità, come i grandi pittori internazionali (e non) del passato, contestualizzati al periodo in cui vivevano, ne amplificano la dimensione sociale, avessere influenzato i gusti, le mode e forse, perchè no,la stessa società grazie ai mecenati (in mostra vi è appunto l’esempio dei Sommariva a Milano).

Forse per questo motivo Milano, essendo cosmopolita da sempre, attraverso queste mostre si volta anche a guardare se stessa con occhi nuovi. In fondo, la sua “era” napoleonica, spesso viene testimoniata con delle mostre ed eventi studiati ad hoc, diventando quindi volontaria protagonista essa stessa, ma mai così tanto contestualizzata.

Come infatti recita il comuniato stampa della mostra, la mostra “Jean Auguste Dominique Ingres. La vita artistica ai tempi dei Bonaparte”, è molto più che una mostra sul grandissimo pittore, ma su di un’intera “era” di profondi cambiamenti sociali. Anche per Milano.Anche per l’Italia.

Essendo stato un periodo di “… […]grande prosperità”, e di profondi cambiamenti, dove “la città fu fortemente rimodellata nei suoi monumenti, nei suoi spazi verdi e nelle infrastrutture urbane, a partire dalla nuova Pinacoteca di Brera. Anche gli artisti italiani furono coinvolti nell’ondata di lavori e di cantieri che ne seguì. Appiani nella pittura e Canova nella scultura si avvalsero ampiamente di questa “politica delle arti”, ascrivibile all’arte del governare di Napoleone Bonaparte”. Vera e propria rivoluzione del gusto, ben sintetizzata nella mostra che fa emergere i suoi protagonisti ed artisti piano piano, svelandone i contorni dal punto di vista della profonda rivoluzione del gusto del tempo. In modo particolare, la bellissima sezione degli allievi di Jacques-Louis David, maestro del neoclassicismo, in modo particolare, delle donne del suo atelier. Tolti così i pregiudizi di genere, ecco le loro opere troneggiare nelle belle sale di Palazzo Reale, facendo apprezzare ciò che ancora oggi la parola “neoclassicismo” non rende giustizia: la rivoluzione del gusto dell’uomo nuovo, con un’ampia sezione dell’evoluzione del ritratto. E poi, piano piano,in questa bella mostra promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei, in collaborazione con StArt e il Museo Ingres di Montauban, i bellissimi disegni di Ingres e le sue opere più iconiche.

La mostra così, molto ben curata da Florence Viguier-Dutheil, Conservatore Capo del Patrimonio e Direttrice del Musée Ingres di Montauban ( e supportata dal Comitato Scientifico composto da Adrien Goetz, membro dell’Institut de France – Académie des Beaux-Arts, Stéphane Guégan, storico dell’arte, Frédéric Lacaille, Conservatore del Musée national du Château de Versailles, Isabella Marelli, Curatrice della Pinacoteca di Brera e Gennaro Toscano, Professore universitario e consulente scientifico e culturale presso la Biblioteca Nazionale di Francia, Richelieu) rilancia il fascino non solo per i capolavori immortali di Ingres, ma ne immortala la sintesi in un contesto molto più ampio attraverso molti disegni del maestro, alcuni inediti per l’Italia. E così, è interessante notare come la matematica e la tecnica del disegno siano piccoli autentici capolavori di questo artista , facendo diventare la sua qualità pittorica e quindi una attività artistica, quasi una scienza esatta. Disegno come concetto di sviluppo e costruzione di una immagine quindi, che risponde a regole ben precise e che offre al visitatore un vero e proprio viaggio “in un capolavoro” nella bellissima sala dedicata appunto alla grande tela di “Napoleone sul trono imperiale” del 1806 per esempio,oppure a quella dedicata al tema del nudo femminile ed al tema delle bagnanti.

Una mostra completa, tra rivoluzione e dispotismo e contesto sociale in una dimensione politica di una Italia fatta di tante tendenze artistiche e che ben completa questa mostra, tra modernità europea e neoclassicismo, traJacques Louis David (1748-1825), Antonio Canova (1757-1822) Jean Auguste Dominique Ingres (1780-1867) e molti altri artisti ed artiste, presenti in mostra, le cui opere in mostra dimostrano una volta di più e qualora ce ne fosse stato bisogno, che la città di Milano ha sicuramente molto da offrire all’Italia ed al mondo.