Tra le reliquie, la Corona di spine di Cristo, portata da Luigi IX, il Santo Crociato, di cui si conserva la tunica

Abbiamo temuto che crollasse, abbiamo pregato affinché ciò non accadesse, è sopravvissuta alle fiamme, nonostante tutto. Molti di noi hanno ritrovato la fede, altri hanno rammendato forse il più importante simbolo della cultura europea cristiana. Ma cosa accadde veramente in Notre Dame de Paris? Scopriamolo insieme. 

Costruita tra il XII e il XV secolo, voluta dal vescovo di Parigi Maurice de Sully, che vi pose la prima pietra alla presenza di Alessandro III; la Cattedrale sorge su un tempio di Giove voluto da Giulio Cesare per la conquista di Lutetia Parisiorum e su due precedenti chiese più piccole, demolite per far posto alla regina dell’Ile de Seine. Rischiò persino di essere distrutta dai giacobini: Henri de Saint – Simon la voleva comprare per distruggerla, ma fu Napoleone a restituirla alla Chiesa cattolica e a celebrarvi la prima messa dopo il restauro, dopo le distruzioni giacobine, nel 1802.

Notre dame prima del restauro (foto da Vanilla Magazine). Come vedete, manca la guglia, aggiunta solo posteriormente.

Notre Dame divenne un simbolo popolare che valicò la sua dimensione religiosa, grazie a Victor Hugo, per il suo celeberrimo, omonimo romanzo: fu lo scrittore a sostenerne vivamente il restauro, poiché in epoca post napoleonica, nel 1831, versava in condizioni poco favorevoli al mantenimento dell’edificio stesso. Grazie al romanzo di Esmeralda, Phoebus, Quasimodo e Frollo, oltre che per la sua bellezza, la cattedrale divenne di fama mondiale.

 

Notre Dame fu teatro di matrimoni, incoronazioni, Te Deum, e anche di un suicidio. Quando sarà riparata, ricostruita, riaperta al pubblico, quando si potrà ammirare, questa volta con accogliendone il mistero sacrale, potrete sapere, se non lo sapete già che quivi accadde una polisemia d’eventi.

Qui Filippo il Bello convocò per la prima volta gli Stati Generali del suo reame.

Qui il re bambino Enrico VI d’Inghilterra fu incoronato re di Francia il 16 dicembre 1431.

Qui, a ormai Guerra dei Cent’anni finita e vinta dalla Francia, Carlo VII celebrò il Te Deum, per ringraziare Dio della vittoria contro gli inglesi, nonché per riabilitare la Santa che l’aveva fortemente permessa, Giovanna d’Arco. Per la quale nel 1920 si riunì il tribunale ecclesiastico per santificarla.

Qui Enrico di Navarra, futuro Enrico IV (il cinico re tristemente protagonista del massacro degli Ugonotti che avrebbe detto “Parigi val bene una messa”) sposò  Margherita di Valois, la reine Margot, nell’agosto del 1572.

Qui si celebrò un Te Deum per il matrimonio di Luigi XIV, qui finì il millenario regno di Francia (867 – 1789) con la Rivoluzione Francese che risparmiò tuttavia la cattedrale dallo scempio della facciata (come a Saint Denis).

Con la Rivoluzione Francese nel 1793 si celebrò il “tempio della ragione” nome mutato, per poco, a Notre Dame, dal laicismo giacobino intollerante, che ne fuse le campane per farne dei cannoni. 

Qui rinacque l’impero: In Notre Dame Napoleone Bonaparte fu incoronato (o meglio si incoronò) imperatore dei Francesi ed egli incoronò a sua volta Giuseppina, immortalato da David.

Qui il 9 giugno 1811 il Re di Roma, suo figlio, veniva battezzato come Napoleone Francesco Giuseppe, angelo della pace di quell’impero mai realizzato tra Francia e Austria, morto giovanissimo riconosciuto poi come Napoleone II.

 

Il 17 novembre del 1918 si celebrò il Te Deum in onore della vittoria francese nella Prima Guerra Mondiale. 

Nel 1944 Il maresciallo Pétain fu acclamato dai parigini e accolto solennemente dal cardinale Suhard; poi la liberazione di Parigi, il discorso di De Gaulle, il Te Deum cantato assieme alla Marsigliese.

Qui, il 21 maggio del 2013, si suicidò Dominique Venner, paracadutista nella Guerra d’Indipendenza d’Algeria, scrittore di destra estrema, sparandosi alla testa in segno di protesta contro i matrimoni omosessuali e la sostituzione etnica.

l’ultimo tassello di storia, viene tristemente aggiunto il 15 aprile del 2019 quando, alle ore 19 viene appiccato/prende avvio fuoco: si teme la distruzione dell’edificio quando, alle ore 20, la guglia, la Flèche, crolla sul tetto devastandolo. Ma alle tre di notte, l’incredibile scoperta: l’interno, l’altare e le reliquie, sono salvi.

Un invito, a continuare a sperare.

Chantal Fantuzzi