Viviamo giorni esagitati e folli, tra il terrificante massacro di Ceylon e il catastrofismo apocalittico di Greta. La croce di Xhixha, benchè interessante, è ormai tramontata; tutto va così veloce….

Noi seguiamo l’attualità e inseguiamo le mode (i giornalisti fanno così e noi non vogliamo sottrarci). Gli anti-Greta hanno spazio qui e vengono pubblicati. I pro-Greta, dunque anti-anti-Greta, anche. Abbiamo persino invitato una personalità di spicco, icona della Sinistra (il dottor Cavalli), a scriverci un articolo. Non sappiamo se lo farà (ma lo speriamo).

Ieri sera tardi è giunto in redazione questo pezzo, interessante, aggressivo, che ci affrettiamo a pubblicare.

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Greta Thunberg protesta contro il riscaldamento globale, è vegana e ha 16 anni. C’è chi l’acclama e chi le si scaglia contro. E’ di questi ultimi, che vorrei parlare. Gli argomenti che essi usano contro la giovane paladina dell’ecologia vanno dall’inconsistenza al becerismo. E’ inconsistente, infatti, accusarla d’ignoranza (letteralmente intesa) sul clima, in quanto giovane studentessa: chiunque, dotato di un’età minimamente intellettiva, sa studiare, leggere articoli, guardare documentari su un determinato argomento e prenderselo a cuore. Greta l’ha fatto con il clima. Un sedicenne non è minorato mentale che per forza non capisce e non sa battersi. Foscolo da adolescente scrisse il Tieste (una tragedia in versi, in v atti!); Rimbaud scrisse Le bateau ivre, Mozart già a 3 anni suonava al clavicembalo, Santorre di Santarosa e Pisacane partirono per combattere, innumerevoli militi ignoti combatterono nella Prima Guerra Mondiale… nella Germania degli spasmi nazisti, Hitler fece leva sui militari 14enni… senza ovviamente equiparare moralità e fatti evenemenziali solo per ricordare l’ovvietà che a 16 anni si è adulti. 

E’ incoerente accusare per l’età una persona, e assurdo. Ognuno parla quando si sente di farlo, chi prima e chi dopo. Gli stessi che vorrebbero tappare la boccuccia a Greta per la sua presunta estrema giovinezza, sono gli stessi che deplorano i costumi degli adolescenti incollati agli smartphone o alla playstation.

E’ becero, inoltre, scagliarlesi contro per il suo aspetto fisico, per il suo viso rotondo, per le sue treccine, per la sua sindrome di Asperger. Nessun elemento, tra questi, va a supporto della sua non credibilità. Greta è tutto ciò, ma non solo: Greta è colei che ha dato supporto mediatico, con la sua immagine, con la sua freschezza, con la sua malattia, perché no, a un problema reale, senz’altro precedentemente preso in considerazione da scienziati plurilaureati, ma che sul popolo non aveva mai fatto leva prima d’ora. E’ merito di Greta se ora al termine “riscaldamento globale – scadenza 2030” a tutti si rizzano le orecchie e magari, prima di prendere la macchina per accompagnare il proprio figlio sin davanti alla cancellata della scuola, prima di addentare una bistecca (1 kg di carne consuma 4600 litri d’acqua!) ci si pensa un attimo.

E’ inconsistente, infine, tacciarla come “personaggio costruito” o “figlia di papà”. Come a dire che tutti i figli dei famosi hanno a cuore il problema ambientalista: scandagliamo un attimo il panorama,  dalla figlia di Michelle Hunziker a quella di Madonna a quella di Cindy Crawford… tutte attrici o modelle (alcune anche decisamente immeritatamente), nessuna che, come la Thunberg, abbia un obiettivo più alto e diretto. La verità è che Greta dice la verità stessa: Il riscaldamento globale, provocato dalle automobili, dal carbone, dagli allevamenti intensivi e che dir si voglia, è un problema reale.  Che dia fastidio ai divoratori di bistecche, che si dirigono persino alla toilette in automobile, è d’altra parte una chiara e prevedibile concatenazione.

Wiki commons, Anders Hellberg