Il caso “Pagani-Bobbià” ha già fatto versare parecchio inchiostro. Abbiamo ricevuto oggi dall’on. Franco Celio una lettera, che volentieri pubblichiamo.

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Mi permetto un paio di considerazioni sulla nuova “storiaccia” collegata in qualche modo al Cardiocentro.

Per prima cosa, osservo che la stessa ha fatto emergere un fatto forse poco noto, ma (senza forse) ancora più preoccupante. Ossia che a stabilire la ricevibilità o meno di un’iniziativa – questione giuridica per eccellenza! – è il Gran Consiglio, cioè un organismo prettamente politico. Orbene, un organo politico è portato, per sua stessa natura, a giudicare in base a considerazioni di merito, non avendo nessuna competenza (o comunque nessuna credibilità) in materia giuridica. Peggio ancora se – come in questo caso – subisce pesanti pressioni esterne.

A questo punto, una correzione della “Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato” sarebbe perciò indispensabile. È vero che quella appena entrata in vigore è stata elaborata di recente. Personalmente sono anzi presidente della Commissione che l’ha esaminata. Detta Commissione (come potrà confermare anche il relatore Lorenzo Jelmini) non aveva tuttavia approfondito questo aspetto, limitandosi a confermare la prassi precedente. È però chiaro che se ora si riscontra qualcosa che non va, bisogna correre ai ripari al più presto.

Mi chiedo inoltre se sia giusto che i granconsiglieri raccomandati, al momento dell’elezione, dal Gruppo “pro Cardiocentro” possano votare sulla questione “come niente fudesse”.

Una seria perizia giuridica mi sembra più che mai necessaria!

Franco Celio

(ex deputato al Gran Consiglio)