di Jean Olaniszyn

Il Rivellino LDV di Locarno  ricorda Leonardo a 500 anni dalla morte con la presentazione di tre mostre di altrettanti artisti che hanno voluto omaggiare il grande genio.

In occasione dell’inaugurazione del 2 maggio 2019 sarà presente anche il musicista Pietro Bianchi il quale suonerà brani del Quattrocento e Cinquecento con uno strumento di sua fabbricazione che ricorda quelli ideati da Leonardo.

Pietro Bianchi – discendente del fotografo Ivan Bianchi, pioniere della fotografia in Russia (anche Leonardo ha affrontato il “strabiliante fenomeno”, come ricorda quel  “piccolo spiraculo” citato nel “Codice Atlantico”) – sarà accompagnato dal cantante chitarrista Roberto Maggini, per dieci anni direttore del teatro Dimitri e tra i fondatori della Compagnia Teatro Paravento di Locarno.

Leonardo da Vinci e la musica.

Pare che Leonardo fosse un musicista di rara abilità, oltre valido poeta e cantante.

I suoi biografi ci raccontano che suonava e insegnava la lira, nobile strumento che nel mito classico era prerogativa di Orfeo e della musa Erato.

Secondo Leonardo la musica rivela il mondo invisibile.

Leonardo era affascinato dal mondo uditivo e dimostrò questo suo interesse molto prolificamente nel “Codice Atlantico”. Sebbene definisse la musica “sorella minore della pittura”, Leonardo faceva spesso ricorso ad analogie musicali per approfondire le qualità trascendenti della pittura stessa, ed è proprio nel “Trattato della pittura” (Codice Vaticano Urbinate 1720), che compare la sua celebre definizione della musica come “raffigurazione dell’invisibile”.

Roberto Maggini (sin.) e Pietro Bianchi

Leonardo, genio musicale.

La considerazione che il genio toscano aveva della musica era alta. Era superata soltanto da quella per la pittura, arte che: ….“non muore immediate dopo la sua creazione”: a quei tempi non esistevano dischi e CD che immortalassero le performance musicali.

Così, si esprime Leonardo nel suo “Trattato della Pittura”: …”La musica non è da essere chiamata altro che sorella della pittura, conciossiaché essa è subietto dell’udito, secondo senso all’occhio, e compone armonia con la congiunzione delle sue parti proporzionali operate nel medesimo tempo, costrette a nascere e morire in uno o più tempi armonici, i quali tempi circondano la proporzionalità de’ membri di che tale armonia si compone, non altrimenti che faccia la linea circonferenziale per le membra di che si genera la bellezza umana. Ma la pittura eccelle e signoreggia la musica perché essa non muore immediate dopo la sua creazione, come fa la sventurata musica, anzi, resta in essere, e ti si dimostra in vita quel che in fatto è una sola superficie. O maravigliosa scienza, tu riservi in vita le caduche bellezze de’ mortali, le quali hanno più permanenza che le opere di natura, le quali al continuo sono variate dal tempo, che le conduce alla debita vecchiezza; e tale scienza ha tale proporzione con la divina natura, quale l’hanno le sue opere con le opere di essa natura, e per questo è adorata”.

Se Leonardo avesse avuto un lettore portatile, magari avrebbe potuto pensarla diversamente.

Leonardo costruttore di strumenti musicali.

Da buon inventore e artista, Leonardo si adoperava anche nella creazione di nuovi strumenti musicali.

Lo storico cinquecentesco Giorgio Vasari, nel suo “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori”, scrive che Leonardo aveva costruito una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, grazie alla quale superò tutti i concorrenti di una gara presso il Castello Sforzesco di Milano, organizzata alla corte di Ludovico il Moro:  “…e Lionardo portò quello strumento, ch’egli aveva di sua mano fabricato d’argento gran parte in forma d’un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, acciò ché l’armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce, laonde superò tutti i musici, che quivi erano concorsi a sonare”.

Molti sono i progetti di strumenti musicali di Leonardo, a cominciare da quelli utili all’uso militare, come i tamburi meccanici trainati da animali o azionati da leve. Il progetto più famoso è il ‘Tamburo meccanico’, presente sul foglio 837 del “Codice Atlantico”.

I progetti di strumenti completamente inediti mostrano la volontà di Leonardo nel contribuire in maniera sostanziale anche all’arte della musica, ma la finalità ultima dei suoi progetti resta di natura scientifica: l’automatizzazione dello strumento, in modo da renderne l’utilizzo il più semplice possibile. Fra questi la già citata ‘Lira a forma di teschio”, famosissimo strumento progettato dall’artista, disegnato nel “Codice Ashburnham”, poi la ‘Viola Organista’, vedi foglio 586 del “Codice Atlantico” e la ‘Clavi-Viola’, vedi foglio 93 del “Codice Atlantico”.

Gli strumenti musicali realizzati in base ai progetti di Leonardo sono molto complessi, e dimostrano non solo la sua abilità di ingegnere e inventore ma anche la sua profonda conoscenza dell’arte musicale.

Altri strumenti musicali progettati da Leonardo:

  • Il ‘Can(n)one musicale’, raffigurato sul foglio 136r del “Codice Arundel”, conservato alla British Library di Londra, dove Leonardo aveva appuntato: …..“Qui io faccio una ruota fatta di canne ad uso di tabbelle con un motivo musicale chiamato canone […] e però io faccio una ruota con quattro denti, in maniera tale che ciascun dente fa l’uffizio di un cantore”. Il ‘canone’ è una tecnica d’imitazione musicale particolarmente utilizzata nel Trecento soprattutto dai compositori dell’Ars nova e, nel secolo successivo, da quelli fiamminghi.
  • Il ‘Flauto glissato’, vedi foglio 1106r del “Codice Atlantico”.
  • La ‘Piva a vento continuo’, raffigurata nel foglio 76r del “Codice di Madrid II”.
  • L’ ‘Organo continuo’, da alcuni denominato ‘Organo di carta’, poiché tale materiale è espressamente indicato da Leonardo nei dettagli costruttivi degli strumenti armonici del foglio 76r del “Codice di Madrid II”.

Leonardo da Vinci ha messo tutte le sue emozioni nella sua opera e la musica ne è una componente importante.

Leonardo, “Viola organista”, c. 1493-95

Leonardo, “Tamburo meccanico”, foglio 837 del Codice Atlantico.

Il “Ritratto di Musico” ritrae probabilmente il compositore franco-fiammingo Josquin Desprez, contemporaneo di Leonardo e attivo a Milano. È un dipinto a olio su tavola di cm 44,7×32, attribuito a Leonardo da Vinci, databile al 1485 circa e conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.