2019

È tutto pronto per il grande anniversario che sarà celebrato al Rivellino giovedì sera, 2 maggio, con inizio alle 18. Abbiamo già parlato di Alberto Di Fabio e di Luca Ferrario, espositori invitati. Oggi è la volta di Doncho Donchev, un affermato maestro bulgaro. È arrivato domenica da Sofia e subito lo abbiamo incontrato.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Lei è un artista bulgaro e il suo atelier principale si trova a Sofia. Ma è anche internazionale. Quali esperienze artistiche ha vissuto in Europa occidentale?

Maestro Doncho Donchev  Sono stato fortunato a trovare una immediata audience in Europa Occidentale: al Museo Nazionale del Liechtenstein, due diverse volte al CERN di Ginevra, in diverse cattedrali tedesche per delle performance (pittura dal vivo) con Anton Sjarov & Steve Sinkovich (violino e piano); in particolare nel Castello di Buekeburg con il progetto “Nocturnes en bleu”. E ancora: una costellazione di mostre in gallerie d`arte a Vienna, Zurigo, Berna, Maastricht, Bruxelles, Barcellona, Jacobstad (Finlandia) oltre a Istanbul, Smirne, Bratislava, Banska Bistristza, e ovviamente la capitale del mio paese, Sofia, e tutti i maggiori centri artistici bulgari.

Da quanto tempo collabora con Arminio Sciolli?

Ho conosciuto Arminio nella sua galleria e centro culturale il Rivellino di Locarno nel 2014 tramite l’amica comune Roberta Riassetto, allora responsabile delle comunicazioni al GAM di Torino. L’intesa fu immediata e Arminio mi invitò nel giugno del 2015 a tenere una performance alla rassegna “Arte in Diretta” al Padiglione del Corriere della Sera all’interno di Milano EXPO 2015. Per diversi giorni dipinsi davanti a un folto pubblico l’opera monumentale “Riflessioni” (ispirata al cavallo di Leonardo da Vinci). Una delle sedute fu accompagnata da un talk di Giovanni Hoepli, il grande editore elvetico di Milano. Arminio e Paolo organizzarono poi una mostra con tutti gli artisti internazionali della rassegna di Milano EXPO con i giornalisti del Corriere al Rivellino.

Arminio mi invitò anche ad Astana EXPO 2017 per operare in quattro diversi padiglioni: Astana EXPO International, Lituania, Italia e WEM Museum Shanghai, che accettò in donazione una mia opera di enormi dimensioni (700×200 cm ) realizzata per il Padiglione Italia dal titolo “Human Energy”.

Nell’estate del 2018 partecipai all’evento “10 giorni a Locarno” dove ebbi l`occasione di realizzare i ritratti del Presidente della Confederazione Svizzera Alain Berset, del regista Peter Greenaway e del Presidente del Locarno Film Festival Marco Solari, che mi scrisse una bella e stimolante lettera di ringraziamento.

Non ho esitato un secondo ad accettare l’invito all’evento-mostra Leonardo 500 e spero che i fratelli Sciolli mi portino con loro all’Esposizione Universale di Dubai 2020, la più ambiziosa di tutti i tempi.

La sua mostra al Rivellino si intitola Codex Metamorphoses. Ma quali Metamorfosi? Quelle di Ovidio? O quelle di Kafka? O altre ancora?

Le Metamorfosi sono da intendersi in senso leonardesco, ma ovviamente mi sono ispirato alle metamorfosi erotico-amorose di Ovidio, morto cieco e in esilio sulle sponde del Mar Nero, o alla metamorfosi fenomeno evolutivo delle farfalle, ma non potevo ignorare la condizione esistenzialista e modernista di Kafka.

Quante opere esporrà e con quali soggetti?

Ho portato 11 opere: una più grande rappresentante la Vergine Maria dal cartone di Leonardo alla Burlington House (cartone di Sant’Anna) e 5 doppi a mo’ di Bestiario, comprendente un toro, un piraña, un’aquila, un cinghiale e un satiro. Quanto alla Vergine, ho cercato di rispettare il più possibile il disegno originale di Maestro Leonardo (positivo) trasposto su un cartone (negativo) più grande di sartoria, diventato “decostruttivista” poiché ho seguito le linee dei campioni, ma rispettando la base del volto originale.

Può spiegare al lettore quali tecniche ha impiegato?

Ho recuperato delle carte di sartoria degli anni 1970, una della rivista Burda, e vi ho applicato sopra il positivo del disegno originale (in negativo).

Per il CERN di Ginevra lei ha creato una “Storia dell’universo”, dal Big Bang alla comparsa dell’uomo. Qual è il concetto profondo di quest’opera? Quale significato hanno in essa i colori? Quale ruolo ha la musica? (poiché c’era un accompagnamento musicale).

Ho cercato di esprimere in modo intuitivo e astratto tramite l’utilizzo dei colori l’evoluzione di un’era mai raccontata dalla voce dell`uomo. I sette colori stanno a rappresentare le sette giornate della Genesi, ma anche i sette colori dell’arcobaleno, i sette toni musicali, e come ai tempi di Newton i sette pianeti allora conosciuti mentre lo scienziato inglese studiava la relazione tra musica e colori.

Lei possiede (anche) uno spirito scientifico? Riesce a comprendere le sperimentazioni del CERN? Quali collegamenti lei vede tra scienza e arte?

Pur ritenendomi un artista nel senso più stretto, mi sento fortemente attratto dalle scienze naturali, prima tra tutte l’anatomia (umana e animale), ma anche i fenomeni fisici e sovranaturali. La conoscenza della parte pratica delle scienze è essenziale per un artista che si ritenga osservatore dei fenomeni naturali (e non solo).

Lei ha esposto all’Expo universale di Milano (2015), all’Expo di Astana (2017) in Kazakistan e si sta preparando a partecipare all’Expo universale di Dubai (2020). Che cosa ha tratto dalle passate esperienze e come si immagina Dubai?

A Milano ero ospitato da un padiglione fuori dagli schemi tradizionali perché poliedrico (tutte le espressioni mediatiche vi erano rappresentate) e dal punto di vista sperimentale un tentativo di contaminazione delle comunicazioni (mi trovavo tra le “pagine” culturali e artistiche ma dal vivo).

Lei ama prodursi in esibizioni di live painting durante i concerti. Ciò che lei dipinge si ispira alla musica? Come reagisce il pubblico?

Senz’altro, i musicisti seguono i tratti del mio pennello, come io seguo le tracce dei loro suoni. Il pubblico è subito coinvolto come in uno stato di trance e trasferisce in me una forte adrenalina.

Se le fosse assegnato il compito di rappresentare un soggetto svizzero, che cosa sceglierebbe?

Ho già ritratto una volta il Presidente svizzero, molto simpatico e aperto (contrariamente a una immagine erronea formatasi da noi in Bulgaria, di un popolo ermetico). Se mi permette, da quanto ho capito il Rivellino di Locarno, opera di sofisticata ingegneria militare di Leonardo da Vinci, si trova in Svizzera e come tale rappresenta un tema profondamente svizzero legato al suo leggendario esercito di invincibili mercenari attivi in tutti gli stati d`Europa come truppe di élite. Ancor oggi formano la prestigiosa guardia papale!

Esclusiva di Ticinolive