Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

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Sullo “sciopero che come non mai ha saputo unire il Ticino” nutriamo – poiché siamo vecchi e scettici – notevolissimi dubbi. Le reazioni del mondo politico di allora ci erano parse emotive e puramente dimostrative; in altri termini: una corsa a strillare e a mettersi in mostra. E questo giudizio in fondo è stato confermato dal seguito.

Oggi, 11 anni dopo, i Verdi appoggiano la soluzione statalista: se le FFS non vogliono più le vecchie officine e cercano di fregarci con le nuove (il concetto è questo) le Officine le deve fare lo Stato. Ma lo Stato non può, e soprattutto non deve, fare tutto. È già immensamente invadente, onnipresente, ossessivo, ogni giorno si mangia un pezzo della nostra libertà!

Abbiamo trovato nel “social” un post di Piero Marchesi che ci è parso calzante (benché alquanto duro nei toni). Lo proponiamo qui.

“Il 19 maggio voteremo l’iniziativa “Giù le mani dalle officine” lanciata 10 anni fa. 
L’iniziativa va bocciata per queste semplici ragioni:

🔴 La proposta prevede che sia lo Stato a gestire e rilanciare le officine ora di proprietà FFS. Affidare questo compito allo Stato è da pazzi perché non ha le competenze per farlo e i costi dei deficit sarebbero a carico dei contribuenti ticinesi (quanti milioni l’anno?);

🔴 FFS ha ottenuto il sostegno del Cantone (100 mio di Franchi) e della Città di Bellinzona (20 mio) per costruire un moderno polo tecnologico per la manutenzione dei convogli.
Verranno garantiti molti posti di lavoro per i prossimi decenni evitando di perdere competenze preziose in Ticino. Certo, i posti di lavoro sarebbero meno di quelli che ci sono stati negli ultimi decenni, ma è anche cambiata molto la lavorazione nell’ambito ferroviario. Vivere di ricordi non aiuterà a mantenere i posti di lavoro;

🔴 In caso di accettazione dell’iniziativa “Giù le mani dalle officine” lo Stato dovrebbe espropriare i terreni di FFS (come, a che prezzo e con che tempi?) e impossessarsi dell’attività. Comunismo allo stato puro! Il tutto chiaramente con i soldi, milioni e milioni, dei contribuenti ticinesi;

🔴 Lo Stato che gestisce aziende era un concetto fallimentare pure nell’Unione sovietica comunista, figuriamoci in Ticino. Il comitato d’iniziativa, dove non ce n’è uno che abbia mai diretto un’azienda o ha creato un posto di lavoro, vuole giocare con gli impieghi delle officine e con i soldi dei ticinesi;

🔴 La maggioranza degli operai delle officine ha aderito al progetto di FFS e ha indirettamente abbandonando l’iniziativa “Giù le mani dalle officine”.
Il comitato d’iniziativa composto dai compagni Frizzo, Cozzaglio, Pronzini e co. se ne frega della volontà degli operai e tira dritto. Tanto uno è in pensione e gli altri sono sindacalisti. Se salta la baracca delle officine daranno la colpa ad altri, il loro salario sarà invece assicurato.

Non perdiamo l’occasione per garantire competenze e posti di lavoro in Ticino, per questo motivo il prossimo 19 maggio vi invito a bocciare la pericolosa e comunista iniziativa “Giù le mani dalle officine”.

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I Verdi del Ticino invitano a sostenere l’iniziativa volta a salvaguardare l’occupazione industriale e artigianale e per rafforzare il potere contrattuale del Ticino.

Oltre 10 anni sono passati dallo sciopero che come non mai ha saputo unire il Ticino a difesa dei propri lavoratori e delle proprie attività industriali e artigianali. In definitiva anche a difesa della propria dignità. A 10 anni da quella lotta, con la complicità di politici di diversi schieramenti, si è permesso di vanificare la forza contrattuale che le lavoratrici e i lavoratori e il Ticino tutto avevano saputo costruirsi. Oggi l’iniziativa rappresenta l’ultimo strumento per manifestare il nostro dissenso sul sacrificio di almeno 250 posti di lavoro nel nome di un progetto di cui si conosce poco. Ciò che invece appare certo è la volontà di trasformare l’attuale comparto delle officine in una zona a forte speculazione immobiliare concedendo per contro a cantone e comuni (in cambio di un pagamento complessivo di ben 180 milioni) le superfici meno pregiate.

I Verdi nutrono inoltre molte perplessità sul prospettato sacrificio di terreno agricolo nell’ambito del progetto di trasferimento delle Officine in una zona pregiata di avvicendamento colturale a Castione.
Approvando l’iniziativa si riuscirebbe nuovamente ad affermare il Ticino ed i ticinesi come persone fiere e determinate a battersi per lavoro, territorio e ambiente. Al contrario invece significherebbe poi prostrarsi ai piedi delle FFS per elemosinare dei posti di lavoro che saranno sicuramente molto minori degli attuali.

Lavorare la terra, lavorare con le mani in attività produttive reali non deve essere considerato in maniera superficiale. Il Ticino ed i ticinesi hanno necessità di poter lavorare anche in questi settori che purtroppo negli ultimi anni sono risultati sotto pressione e che spesso hanno portato gli addetti verso disoccupazione e assistenza.

Per tutti questi importanti motivi i Verdi invitano i ticinesi a sostenere il lavoro in Ticino e a votare sì all’iniziativa “giù le mani dall’officina”.

Verdi del Ticino