di Cristina T. Chiochia

Un anno fa, ci eravamo lasciati parlando della bella mostra milanese di Durer, in Italia ne apre ora una nuova, e su di una collezione pressochè inedita: la collezione Remondini di Bassano del Grappa.

Al turista svizzero attento, non è sfuggita l’autenticità del luogo in provincia di Vicenza, in veneto per le sue bellezze naturali e culinarie. Non soltanto per la bellezza naturale del luogo,si diceva, ma anche per la storia italiana di cui è intriso. Il famoso Ponte degli Alpini, infatti è proprio in questo luogo intriso di significato e di amor di patria, per la nazione Italiana stessa.

Giuda e Tamar, 1495 (Musei Civici di Bassano)

Ora, i Musei Civici di Bassano del Grappa presentano la città, attraverso la famiglia Remondini e la loro collezione di incisioni di Albrecht Durer, ora in mostra. La collezione Remondini di Durer a cura di Chiara Casarin, a Palazzo Sturm, si rivela di grade fascino narrativo, anche per il singolare allestimento nelle varie aree del palazzo nobiliare, rinnovato e restautrato di recente e riportato all’antico splendore.

La mostra, in corso e che proseguirà sino al 30 settembre 2019 propone per la prima volta in modo completo quello che viene chiamato dagli organizzatori il “tesoro grafico” del celebre Artista di Norimberga. Tesoro grafico che si compone di ben 124 xilografie, tutte in mostra e di ben 91 calcografie che sono entrate a far parte del patrimonio della città italiana di Bassano del Grappa da quando nel 1849, Giambattista Remondini appunto, le donò.

Tra le opere che si possono ammirare, il celebre “Rinoceronte” che viene celebrato anche con l’opera dell’artista cinese all’ngresso della mostra, Il King Kong Rhino di Li-Jen Shih, omaggio contemporaneo di simbolo di giustizia e potere, King Kong Rhino è stato realizzato in acciaio e riflette come un caleidoscopio, l’ambiente circostante. Inoltre ecco il video di 15 minuti “Impression of A.Durer” di Factum Arte che prende in considerazione tra le diverse tecniche di incisione e di stampa utilizzate dall’artist, anche i metodi “di fucina” del tempo, per ri-immaginarle però ora, attraverso la tecnologia. Un amore che Oscar Parasiego declina con il design artistico e di ricerca di Costanza Dessain e che vanta la collaborazione anhe dello studio Factum Arte a Madrid ed il lavoro,tra gli altri, di Silvia Alvarez e Miguel Hernando.

Una collezione, concludendo, quella messa in mostra, nata dal gusto personale dei suoi proprietari che di lavoro facevano appunto gli incisori. Tradizionalmente tra i migliori sia a livello italiano che europeo tra il XV e XIX secolo.

L’incisione, quindi, come passione. Come produzione mai “collaterale” del genio di Durer che amplifica l’eco della mostra di cui parlammo lo scorso anno a Milano. Portandone però ad astrazione i contenuti. Proprio grazie a una collezione che ricompone l’attenzione sul valore delle sue incisioni.