Vittorio Volpi, che si trova a Mosca, ci manda questo articolo di perfetta attualità.

Foto Sputnik News, Vladimir Astapkovich

Con un hurrà, seguito dall’inno nazionale, Putin ha chiuso il suo discorso celebrativo dell’anniversario della vittoria sulla Piazza Rossa, non aperta al pubblico e riservata ad un migliaio di ospiti, composto da veterani (con al petto medaglieri e greche infinite), diplomatici ed ospiti selezionati.

Grazie ad un amico, ho potuto presenziare con molta emozione: cosciente che almeno cento milioni di russi sognerebbero di poterci essere. Putin, fra l’altro, ha sconfitto anche la pioggia. Avevo chiesto il giorno prima “ma pioverà?” Risposta: “assolutamente no..” perché sparano in cielo “ioduro d’argento!” ; la possibilità di pioggia non è contemplata perché la cerimonia e la seguente parata militare debbono avvenire all’asciutto.

I posti degli ospiti sono gremiti: alle 10.00 in punto parla il Presidente. Il suo discorso mi è parso molto misurato. “Con lo spirito che ci ha salvato da un’invasione nazi-fascista, la Russia non si può battere”. E poi “noi moriamo, ma non ci arrendiamo”.

Ha ricordato, ringraziandoli, i milioni di uomini e donne, militari e civili che hanno dato la loro vita per la Russia. Ed è stata quindi una “vittoria per tutti”. Uno spirito ed un amore per la madre patria che si deve conservare. “Abbassiamo la testa per ricordarli”, chiedendo un minuto di silenzio.

Putin ha proseguito, passando al presente, sostenendo che dobbiamo stare attenti e vigilare perché comunque il mondo è ricco di nuove sfide. “Continueremo a sostenere quei paesi che hanno a cuore la stabilità internazionale ed a combattere dovunque il terrorismo, ricordando sempre il sacrificio di chi ci ha preceduti”.

Inizia la parata militare, impressionante. Ben 74 diversi corpi, accompagnati dalla gigantesca banda militare. Ciascuno di dieci file per venti e preceduti dai loro Generali. Davanti a loro le due bandiere, l’attuale e quella antica, rossa e falce e martello.

Simbolico l’arrivo del carro armato che per primo entrò a Berlino a guidare l’ingresso dei nuovi mezzi con armamenti di tutti i tipi. Carri antimissili, lanciarazzi, porta missili di media gettata e poi, in seguito, i porta missili intercontinentali, capaci di testate nucleari.

Perché quest’anno una celebrazione della vittoria così rilevante, sebbene integrata da un discorso di Putin molto misurato? Probabilmente lo “zar” russo voleva trasmettere due messaggi forti: il primo è che la Russia è tornata ad essere una potenza militare importante. Un avviso a coloro che pensavano che la Russia non si occupasse più di geopolitica. Basta osservare il suo ruolo in Medio Oriente, ormai molto rilevante. Il secondo è la conferma che nonostante tutto, Putin ha ridato ad un popolo, fondamentalmente patriottico e nazionalista, l’orgoglio di essere russo e perciò i sondaggi gli danno ragione e gli assegnano un livello di gradimento molto alto.

La Russia progredisce a vista. Al di là delle critiche, rimane il fatto che le statistiche rivelano una classe media superiore al 20 %, non è poco. Quando Putin prese il potere, Mosca era una città desolante, poveri e bambini che chiedevano l’elemosina sulla Piazza Rossa. Oggi Mosca è sempre più bella, rinnovata. Così altre città visitate. Paese rinnovato e ridiventato potenza geopolitica.

Vittorio Volpi