Francesco De Maria  Chi le fa le domande non ha visto il programma “Politicamente scorretto” con il consigliere di Stato De Rosa. Ha il televisore rotto. Anzi no, la Swisscom gli ha sospeso il servizio perché si è rifiutato di pagare il canone. A lei il compito di spiegare tutto. Che cos’è questo casino? Sembra la fine del mondo…

Orio Galli  Per cominciare, se non sbaglio si trattava della seconda puntata stagionale, di una
trasmissione (“Politicamente scorretto”) già andata in onda lo scorso anno. Ne avevo visto allora qualche spezzone, sufficiente per farmene un’idea: quella che il programma non meritava assolutamente d’essere seguito. Tant’è che ne avevo allora fatto cenno in chiave ironica in un mio contributo sul Corriere del Ticino.

La puntata di sabato scorso, della durata di circa una ventina di minuti, andata in onda subito dopo il Telegiornale della sera, metteva al centro l’ospite politico di turno: in questo caso il neo eletto consigliere di stato Raffaele De Rosa (quella del sabato precedente mi sembra avesse come ospite Norman Gobbi). Ho visto questa seconda puntata con un certo interesse (eccezionalmente insieme a mia moglie che guarda pochissimo la televisione) soprattutto perché Raffaele De Rosa è amico della famiglia di mio figlio.

Come ha vissuto la trasmissione? Quali elementi critici vi ha individuato? Quale la riuscita globale, il valore di intrattenimento?

Devo dire che ho seguito la trasmissione con un certo imbarazzo, soprattutto per lo scarsissimo, per non dir nullo, livello culturale della stessa. Una trasmissione che – secondo i suoi autori (ma chi sono?) – vorrebbe essere di genere satirico, ma che proprio sotto questo aspetto mi sembra non riesca a far ridere nemmeno i polli. Semmai a far versare lacrime a tutti coloro che oggi devono pagare un obbligatorio canone. Una gabella… per venir poi gabbati?

La sinistra (socialisti e verdi) è insorta contro il povero Nicolò Casolini, e questo è un fatto abbastanza strano, visto che la tv di monopolio è “cosa loro”. La deputata verde Claudia Crivelli Barella non ha esitato a definirlo “viscido e leccaculo”. Sono insulti meritati? Come valuta le capacità professionali del conduttore? La sua empatia?

In questo, come mi è già capitato in altri casi, mi trovo meglio stando al centro, piuttosto che a destra o a sinistra. Anche perché da questa angolatura mi sembra di poter mantenere meglio un certo equilibrio critico. Nicolò Casolini ha sicuramente delle capacità come cronista sportivo, forse un po’ alla Chiambretti, ma sicuramente non la stoffa e lo spessore che aveva a suo tempo il “perfido Pierino”. Su i suggeri–tori del Nicolò (forse Savoia?) visto anche il “garrulo curriculo” di questo impreve–dibile Sergio, il discorso dovrebbe farsi più serio. Soprattutto però con i vertici della RSI responsabili dei Programmi e dei Palinsesti. Anche perché se vogliamo adden–trarci nella satira… si potrebbe cominciare a farla proprio partendo da loro. Dalle loro competenze, e da alcune scelte da loro compiute: programmi lanciati (o azze–rati), persone da assunte, promosse, o licenziate…

Le vallette in tutina (e con le vallette le donne) sono state umiliate? Sono state fatte oggetto di discriminazione sessuale?

Non c’era secondo me alcuna provocazione, umiliazione sessuale, o sessista che dir si voglia. Semmai ci si dovrebbe scandalizzare per il bassissimo livello cultural–spettacolare della trasmissione. Con una “satira” fors’anche condizionata da un ente pubblico ormai troppo ingessato com’è oggi la RSI. Ma siccome – per scandalizzaRSI – sono indispensabili le passioni… ( Qualcuno si ricorda ancora della “Palmita” con le “Novitaz dal Grisun italian” ” del Cito Steiger? Lì, almeno, c’era ancora dell’intelligente e sottile ironia).

Il programma dev’essere sanzionato, dev’essere chiuso?

Mai, assolutamente! Sono contro qualsiasi tipo di censura e, tantomeno, di sanzioni… che per me hanno un sapore fascista.

Ho sentito che c’era una voce dall’alto, come fosse la voce di Dio. Si mormora che fosse la voce di Sergio Savoia. Possibile?

Pensi, caro professor Francesco, che sentendo la voce del Savoia piover dall’alto ho pensato al grande Ruggero Ruggeri (ricorda?) che interpretando quella del Padre Eterno richiamava don Camillo ai suoi obblighi e a i suoi doveri…

Questo rientro del politico verde alla RSI sotto Canetta, dopo tanti anni di esilio, l’ho sempre visto come un po’ misterioso. Secondo lei cosa fa Savoia a Comano, qual è esattamente il suo ruolo?

Ah, come sarebbe interessante saperlo…! Visto che sono socio della CORSI potrei tentare di porre la domanda alla prossima Assemblea alla fine di questo mese. Ma sono sicuro che sarebbe fatica nuovamente sprecata… presenziare ancora a questo retorico annuale vuoto rito, a questa continua insopportabile baggianata.

Per concludere, la invito ad assegnare alcuni punteggi (da 1 a 10).

(Caro emerito prof. di mate mi permetta di evitare l’uso delle cifre…)
— Interesse e godibilità del programma.
Mediocre
— Spregiudicatezza, anticonformismo.
Decisamente insufficiente, ma dovuta in particolare, quasi sicuramente ai condizionamenti del contesto…
— Punibilità nel quadro delle leggi anti-discriminazione.
Assolutamente no! Critica sì!

Ultima ora
Ieri sera Nicolò Casolini si è sentito in dovere, – o è stato spinto (obbligato) da qualcuno? – a porgere, durante il “Quotidiano”, delle scuse all’utenza. Una cosa che mai e poi mai avrebbe fatto, per esempio, un Daniele Luttazzi.

Ma come già diceva il Manzoni: quelle ”cose”… o si hanno, o non si hanno. Dai, Casolini, mica basta fare l’occhiolino…

Orio Galli intervistato da Francesco De Maria. Esclusiva di Ticinolive.

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(fdm) Incredibili scuse, non dovute, umilianti. Chi avrà dato l’ordine? Obbedire bisogna. Come ai tempi della Rivoluzione culturale, quando il cinese “colpevole” si scusava prostrato ai piedi del Tribunale del Popolo. Allora regnava Mao Tse Tung, oggi – più spietato – impera il Politicamente Corretto, la Nuova Divinità che ci ha resi schiavi.