di Cristina T. Chiochia

In occasione della 92a Adunata Nazionale degli Alpini, Milano ha compiuto un piccolo miracolo: per tre giorni, dal 10 Maggio al 12 Maggio 2019 ha permesso a semplici cittadini e turisti di entrare in contatto con persone che identificano quello che l’italianità racchiude da sempre: libertà nazionale, custodia e sviluppo dell’eredità non solo culturale (letteraria ed artistica ritenuta pressochè unica al mondo) ma anche sintesi di quell’ “amor di patria” che la figura dell’alpino, come difensore della Patria, ha sempre racchiuso in sè anche in tema di goliardia e gioia di vivere.

In uno stato, quale la vicina Italia, dove la “patria della cultura” è anche “patria della democrazia” come spesso si dice, ecco che la figura dell’alpino racchiude anche valori italiani importanti, quale il volontariato, la protezione civile ed il voler dare il proprio contribuito in situazioni difficili. Molti gli eventi che hanno coinvolto anche i volontari della Protezione Civile della città metropolitana di Milano che non solo hanno aiutato a seguire la logistica di una città in festa ma “assediata” da alpini provenienti da tutto il mondo, ma organizzare e seguire le varie iniziative con presidi durante le varie iniziative che via via sono state programmate per l’Adunata Nazionale.

Oltre 600 i volontari e ben 7 i funzionari coinvolti come ha segnalato la Citta Metropolitana “con un contingente per un monitoraggio notturno delle diverse iniziative che le associazioni degli alpini prolungheranno nella notte e con squadre mobili specialistiche idrauliche elettriche con attrezzature in caso di maltempo”.

Un’organizzazione che ha reso non solo fruibile da tutti la manifestazione, ma anche dare una testimonianza dell’efficienza di ciò che gli alpini fanno in termini di gestione di eventi “stra-ordinari”.

Un’edizione unica dal momento che è stata organizzata per il centenario dell’Associazione Nazionale Alpini e che è stata creata proprio nel capoluogo lombardo. Ma l’emozione più grande, risiedeva in quei volti che sfilavano, con gruppi da tutto il mondo, salutati a bambini sulle spalle di genitori giovanissimi, come da anziani in carrozzina insieme ai nipoti.

Un evento dove il clima di festa si percepiva ovunque, dalla piazza del Cannone, dove è stata allestita la cittadella degli alpini, alle aree di quartiere dove sono stati ospitati in diverse aree di soste per tende e camper.

Un messaggio di “italianità” che unisce e non divide, dove le oltre 500 mila presenze, hanno dato prova di come l’essere italiani possa dar vita ad un grande evento.

Concludendo, per chi scrive, resta inoltre il bel ricordo, avendo avuto ben tre zii alpini, di aver potuto partecipare ad un evento che è anche testimonianza festosa di uno stile di vita in tempo di pace: un modo di essere e di sentirsi vivi dove il senso di appartenenza, ripaga di tante fatiche e sacrifici militari spesso gravosi, per intere famiglie in quei lontani, per fortuna, tempi di guerra.