Il Municipio di Lugano ha indirizzato al Consiglio comunale, nel messaggio presentato oggi in conferenza stampa,  il nuovo piano strategico per rilanciare l’aeroporto cittadino, che viene considerato di rilevante importanza per l’intera regione ticinese. Sono stati sottoposti all’attenzione del Consiglio anche i risultati del rapporto-studio del Centro di competenze per l’aviazione dell’Università di San Gallo (CFAC), e la richiesta di concessione di crediti da parte del Comune e del Cantone. I documenti sono necessari alla ricapitalizzazione della società che gestisce lo scalo, la Lugano Airport SA (LASA), e alla copertura delle perdite eccedenti l’attuale capitale sociale, riportate sul suo ultimo bilancio chiuso al 31 dicembre 2019.

Lo studio dell’Università di San Gallo, nel sottolineare il ruolo cruciale nella rete della mobilità cantonale, ha valutato l’attuale struttura operativa con alcuni aspetti economici e le aree di intervento, mettendo in evidenza il raggiungimento della possibile autonomia finanziaria dello scalo, nel medio-lungo termine. A condizione però che alcune strutture dello scalo vengano potenziate per sviluppare al meglio trasporti veloci verso Ginevra e Zurigo che sono considerate le due principali basi nazionali.

Allo scalo di Lugano viene riconosciuto un ruolo rilevante di sostegno all’economia locale, meritevole dunque di importanti investimenti. Se lasciato morire, rappresenterebbe un grosso problema in quanto per ora non sono molte le alternative su rotaia per eventi importanti a livello nazionale e internazionale i quali prevedono la mobilità di personale accademico o di ricercatori, di manodopera qualificata e non da ultimo dei turisti.

Il messaggio del Municipio non è piaciuto ai partiti della sinistra che hanno preso una dura posizione contro gli ulteriori fondi che dovrebbero elargire il Comune e il Cantone per quello che considerano oramai un qualcosa sul viale del tramonto. Secondo gli oppositori il Ticino non è più bisognoso di questo tipo di mobilità. Si pensa addirittura di fermare questa iniezione di denaro pubblico con il lancio di un referendum popolare e contemporaneamente la valutazione di uno scenario alternativo.

Il nuovo piano presentato prevede la realizzazione del progetto in tre diverse fasi con l’intervento di una maggiore partecipazione azionaria del Comune di Lugano e del Cantone Ticino. Soltanto una volta raggiunto l’equilibrio finanziario si potrà pensare di coinvolgere i privati interessati. La prima fase è quella del risanamento finanziario della società Lugano Airport SA entro la fine di quest’anno e la conseguente ripresa dei voli a partire dalla primavera del 2020. La seconda fase prevede durante il 2020 il risanamento del terminale e del piazzale degli aerei, con il sostegno finanziario della città di Lugano. L’ultima fase, che inizierà nel 2024, prevede la concessione in diritto di superfici adiacenti l’aeroporto alla società Lugano Airport e la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale.

In tutto, sono previsti oltre 50 milioni di franchi di investimento, di cui una parte con finanziamento bancario a carico di LASA.

Il Consiglio di Stato ha già espresso un parere favorevole ad una partecipazione azionaria maggiore per il rilancio, ma non è scontato che il nuovo piano strategico venga approvato e che si riesca ad evitare il trasferimento all’estero delle attività aeroportuali eventualmente perse.