Addio emotivo quello di Theresa May mentre annunciava le sue dimissioni dalla carica di primo ministro inglese.  Rimarrà in carica fino a quando un nuovo leader non sarà scelto dal suo partito. Un processo che i conservatori sperano di completare entro luglio, visto i tanti contendenti.

Aveva appena tenuto un discorso a Londra, presso la società di consulenza PWC, dove aveva definito una serie di compromessi per ottenere il sostegno dei parlamentari di entrambi le parti della Camera dei Comuni. Ma il sostegno per il suo ennesimo “nuovo” accordo sulla Brexit è completamente svanito.

A luglio 2016 era diventata la seconda donna ad assumere il ruolo di primo ministro nel Regno Unito, appena un mese dopo il risultato del referendum consultivo (non vincolante) sulla permanenza nell’Unione europea, noto come Brexit. Nel suo primo gabinetto, nomina Boris Johnson come segretario agli esteri e David Davis come segretario alla Brexit.

Si pensava di dare un futuro più luminoso per un paese orgoglioso del patrimonio europeo condiviso, ma che ha allo stesso tempo sempre guardato oltre l’Europa, al mondo intero. Così ad inizio 2017 nel pronunciare il suo discorso alla Lancaster House, sede del Foreign Office, May delinea le linee guida per stabilire l’uscita dall’UE. Alla luce di come il paese sia oggi maggiormente diviso e le difficoltà che sono state causate, rivedere il video di quel discorso del 17 gennaio 2017 appare strano.

“Rimarrà sempre motivo di profondo dispiacere per me per non aver potuto completare la Brexit”, ha detto Theresa May nel suo discorso di addio pronunciato al di fuori di Downing Street. Convinta di aver perseguito la giusta strategia fino alla fine.

Nel frattempo domani il paese si prepara a votare per le elezioni europee, con i conservatori che si aspettano un risultato disastroso per il partito. Potrebbero addirittura finire con nessun deputato europeo dato che i sondaggi mostrano il partito sotto il 10%.

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere tramite il suo portavoce, che ha seguito la triste fine del primo ministro inglese senza “gioia personale” e che ha definito la May una donna molto coraggiosa. Ha tenuto a precisare che la posizione della Commissione, con i negoziati considerati definitivamente chiusi, non sarebbe comunque cambiata.

Il leader laburista Jeremy Corbyn, ha detto che Theresa May ha fatto la cosa giusta dimettendosi e ha chiesto che il paese vada ad elezioni anticipate. Forse la cosa più probabile, se le aspirazioni del nuovo successore si scontreranno con la mancanza di maggioranza nel parlamento. “L’ultima cosa di cui il Regno Unito ha bisogno, sono le settimane di maggiori lotte intestinali conservative a seguito di ennesimi primi ministri non eletti. Chiunque diventi il nuovo leader conservatore, deve lasciare che la gente decida il futuro del nostro paese attraverso elezioni politiche immediate”, ha detto Corbyn.

Interessante ricordare che il Regno Unito ha tradizioni politiche diverse. A differenza di altri paesi europei, il paese non ha una costituzione scritta, ma il principio della sovranità parlamentare è la base di un accordo costituzionale non scritto. Il Regno Unito ha una storia recente di governance decentrata e ha una piccola storia di governo di coalizione.