Ricordo del “giorno più lungo”

Straordinario è l’incipit della poesia di Vittorio Sereni. Il primo verso è guizzante e, per così dire, s’invola; il secondo è lungo e cupo e procede come un rullo compressore.

“Il giorno più lungo”

Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l’Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alle coste di Francia.
Ho risposto nel sonno: – È il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d’angeli, è la mia
sola musica e mi basta.

(Vittorio Sereni, da “Diario d’Algeria”, 1947)