UDC Ticino: Consiglio federale, un po’ di coerenza, please! (titolo originale)

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Noi restiamo pessimisti (ma battersi bisogna, sia chiaro). Al di là delle mosse tattiche e delle sceneggiate l’accordo di fondo tra i partiti “borghesi” e i socialisti rimane. E la potente lobby pronta a cedere all’UE minando l’indipendenza del Paese e il suo assetto istituzionale in cambio di qualche ghiotto affare è attiva come non mai.

Come si potrà vincere la votazione popolare? Questa è la domanda fondamentale!

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Caravaggio (1600) - Immagine Wiki commons
Caravaggio 1600 – Immagine Wiki commons (Lafit86)

L’UDC Ticino ha preso atto con piacere della notizia apparsa oggi nei media, secondo la quale la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) avrebbe fatto un dietrofront rispetto alla direzione di marcia tenuta in tutti questi anni nei confronti dell’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE. Secondo la SECO – leggiamo – questa direttiva europea, adottata dalla Confederazione con la firma del pacchetto dei Bilaterali I, “non sarebbe più così importante per il paese”. Si sa che sulla via di Damasco si può essere bersaglio di una folgorazione – San Paolo docet – ma non sapevamo né che dopo 2000 anni il fenomeno fosse ripetibile, né tantomeno che i responsabili della SECO si fossero recentemente recati in Siria. Ma tant’è, quali che siano le ragioni di questo – agli occhi dell’UDC – rinsavimento, il vedere riconosciuta una tesi che il nostro partito va ribadendo da anni non può che rallegrarci, specialmente in vista della votazione popolare sull’iniziativa UDC per la limitazione, volta all’abrogazione della libera circolazione delle persone con l’UE. C’è però un ma…

Infatti, un comunicato pure odierno del Dipartimento federale di giustizia e polizia, annuncia che nel messaggio alle camere federali il governo raccomanda di bocciare l’iniziativa in questione, sventolando lo spettro della clausola-ghigliottina che, in caso di una sua accettazione farebbe cadere anche tutti gli altri sei accordi del pacchetto di bilaterali I. Stranamente, al contrario di quanto affermato in precedenti campagne di voto pro-UE, nelle quali si lasciava sottintendere che la clausola-ghigliottina metteva a rischio tutti i bilaterali, si è tornati a un barlume di sincerità (non siamo ancora in campagna di voto) ammettendo che riguarda invece solo i sette accordi del pacchetto I (libera circolazione delle persone, ostacoli tecnici al commercio, trasporti aerei, trasporti terrestri, agricoltura, appalti pubblici e ricerca). Accordi il cui interesse è peraltro preponderante per l’UE, non per la Svizzera.

Ma, a parte che una reale applicazione della clausola-ghigliottina è ancora tutta da dimostrare, delle due l’una: o la libera circolazione delle persone non è più così importante – e per l’UDC non lo è mai stata – e quindi si può abolirla anche a rischio di qualche ritorsione, il che significa votare SÌ all’iniziativa per la limitazione, oppure la si deve mantenere sopportandone tutte le conseguenze negative che abbiamo vissuto sulla nostra pelle dalla sua introduzione (pressione sui salari, estromissione di personale svizzero dal mercato del lavoro a opera di manodopera straniera a basso costo, intasamento di strade e mezzi di trasporto, eccetera).

D’accordo che a capo del Dipartimento dell’economia c’è un UDC e di quello di Giustizia e polizia una PS, ma un minimo di coerenza sarebbe auspicabile. O forse, in nome della collegialità, il Consiglio federale ritiene di poter sottoscrivere due comunicazioni di significato opposto?

UDC Ticino