La Sea Watch si aggira al largo di Lampedusa, dopo aver forzato l’alt intimatole ieri dalle vedette italiane, calpestando la legge italica come foglie secche. “Se le leggi sono ingiuste abbiamo il dovere di infrangerle” dice Carola Rackete,  31 anni, capitana tedesca della nave che batte bandiera olandese, che vuole a tutti i costi far sbarcare i migranti raccolti in Libia in Italia.

Le polemiche si accendono e c’è chi le rinfaccia che in tutto il tempo speso per tentare di entrare a Lampedusa, avrebbe benissimo potuto dirigersi sulle coste nordiche oltre Gibilterra, per portarli “nel suo paese”. Esattamente.

Intanto in Italia si schierano con Carola gli elettori di sinistra che con sit-in e proteste sfoggiano lenzuola con scritto “restiamo umani/facciamoli sbarcare”.

Ed è proprio Di Battista l’alleato grillino più antisalvini che vi sia, che propone di farli sbarcare per poi “spalmarli” sugli altri paesi europei. Già, peccato che, per il trattato di Dublino, non appena un profugo tocchi il suolo , diviene automaticamente sotto la tutela del paese su cui sbarca, e peccato anche che l’Olanda abbia già fatto di non ritenersi obbligata a “prenderli”.

Nel frattempo salgono a bordo della Sea Watch parlamentari del PD che portano la loro solidarietà a Carola e ai migranti che dicono essere stremati. Carola sorride, con copiosi rasta e collana di legno al collo. (Come cambiano i tempi).

E Salvini si adira, ma con il suo lessico molto poco erudito, è credibile come in una discussione tra comuni cittadini. “se ti senti in colpa perchè bianca e ricca non vai a rompere le palle all’Italia ma vai a fare volontariato” ha detto, in conferenza stampa, aggiungendo poi “con l’Olanda non finisce qui.”