Nel 2011, in uno locale deposito di Casa Schmidhauser a Losone, mentre stavo sfogliando dei documenti per redigere un testo per un catalogo dedicato alle fotografie sul fiume Maggia e Melezza di Ruth Schmidhauser, mi sono imbattuto in una mappa contenente dei disegni su carta di varie dimensioni, per la maggior parte ritratti e studi di nudo.

Ho chiesto all’amica Ruth di chi fossero, e lei, sbalordita ed entusiasta per questa importante e inattesa scoperta, mi rispose: “ma sono i disegni del Nani!!!”.

Già…. proprio “i disegni del Nani”, ossia di Enrico Filippini, filosofo, giornalista culturale, traduttore, esperto di architettura, autore di testi narrativi e teatrali, protagonista della cultura italiana del secondo dopoguerra, ma soprattutto uno spirito libero.

Enrico Filippini e Ruth Schmidhauser (figlia della pianista Alice Spinner e del filosofo Julius Schmidhauser, nonché sorella del famoso Hannes, attore, regista, artista, calciatore) si erano sposati nel 1952 (divorziati nel 1957) e i disegni ritrovati: composizioni, paesaggi, ritratti della moglie e della loro figlia Concita (nata nel 1952), nudi con Ruth quale modella, sono tutti riferibili a quel periodo.

Opere che dopo anni rimasti nell’oblio, tornavano alla luce per ‘caso’, ritrovati dal sottoscritto Jean Olaniszyn, amico da sempre della famiglia Schmidhauser (miei vicini di casa), ma anche, fra l’altro, fondatore del Museo Hermann Hesse di Montagnola. Ma perché questo riferimento? Perché anche in questo ritrovamento, forse il ‘caso’ c’entra poco, come ebbe proprio a dire Hermann Hesse in occasione di un incontro con lo scrittore e diplomatico cileno Miguel Serrano a Montagnola: “nulla accade per caso….” (vedi: Miguel Serrano, “Il Cerchio Ermetico. Carl Gustav Jung e Hermann Hesse”).

Nani Filippini è stato grande amico dello scultore e architetto Lino Candolfi, fratello di mia madre, il quale mi ha raccontato molti aneddoti delle loro ‘scorribande’ in quel di Ascona negli anni Cinquanta. Nani era anche un assiduo lettore e attingeva ai libri d’arte e d’architettura di mio zio, e da sposato, scoprì nella biblioteca del suocero filosofo e scrittore Julius Schmidhauser, dei libri ‘folgoranti’ di Nietzsche, Rilke, Goethe, Schelling, e molti altri.

Nel corso delle mie ricerche ho scoperto che la prima esposizione dell’opera pittorica di Enrico “Nani” Filippini risale agli anni Cinquanta quando ha partecipato al  Premio di Pittura Isole di Brissago del 1951 presentando un olio su tela dal titolo  “Geometria serale del silos di Locarno”.

Tornando alla scoperta dei disegni in Casa Schmidhauser, concordai con Ruth di metterne alcuni in mostra negli spazi espositivi delle mie Edizioni ELR al Rivellino LDV di Locarno.

Difatti ïn quel tempo stavo preparando con Arminio Sciolli (direttore del Centro culturale il Rivellino LDV), una mostra del fotogiornalista Mario Dondero (1928-2015) che aveva conosciuto Nani Filippini e lo aveva immortalato in una celebre fotografia con Gunter Grass a Milano negli anni Settanta.

Appena saputo del ritrovamento, il prof. Riccardo Carazzetti (1953-2019) a quel tempo direttore dei musei della Città di Locarno, estimatore di Nani Filippini, chiese di poter partecipare all’evento. Detto fatto ci si mise tutti quanti al lavoro.

Purtroppo molti fogli erano danneggiati e con Carazzetti scelsi i più significativi per la mostra (con catalogo) dedicata a Enrico “Nani” Filippini, allestita negli spazi delle Edizioni ELR del Rivellino LDV di Locarno, il cui team, capeggiato dal direttore Arminio Sciolli, ha dimostrato, ancora una volta, la capacità di scovare e presentare a livello internazionale, un potenziale della cultura della regione del locarnese, magari sconosciuto, ma il più delle volte “semplicemente” dimenticato.

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Info:

Fondo Enrico Filippini, Biblioteca cantonale di Locarno.

Archivio Enrico “Nani” Filippini, Edizioni ELR, Losone.

Archivio Julius Schmidhauser, Edizioni ELR, Losone.

Premio Enrico Filippini. Eventi letterari al Monte Verità di Ascona.

Il Premio Enrico Filippini del Monte Verità, nato da un’idea di Irene Bignardi e Paolo Mauri nel 2013, quest’anno (aprile 2019) è stato assegnato a La nave di Teseo (Casa editrice voluta da Umberto Eco) e a Elisabetta Sgarbi.

E proprio dall’incontro tra Elisabetta Sgarbi e la figlia di Enrico Filippini, Concita, è nato il progetto espositivo dei disegni di Nani nell’ambito del festival MILANESIANA 2019. Il 15 luglio 2019, alle ore 18, alla Galleria Ceribelli di Bergamo in collaborazione con Ciaccio Arte, verrà quindi inaugurata la mostra con catalogo “Enrico Filippini, disegni”, a cura di Concita Filippini e Elisabetta Sgarbi. Interventi di Giacomo Marramao, Paolo Mauri, Furio Colombo, Paolo di Stefano, Mario Andreose, Pierluigi Cerri, Arialdo Ceribelli.

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Enrico “Nani” Filippini (Cevio, 1932 – Roma, 1988).

Enrico Filippini nacque a Cevio il 21 maggio 1932. Nel 1951 conseguì il diploma magistrale a Locarno e lavorò come insegnante alle elementari di Ascona. Dal 1954 studiò filosofia all’Università degli Studi di Milano, dove fu allievo di Antonio Banfi e Enzo Paci. Si perfezionò a Berlino, Monaco e Parigi, laureandosi nel 1959 con Aldo Visalberghi. Lavorò come editor e traduttore presso Feltrinelli, il Saggiatore e Bompiani; fece conoscere in Italia scrittori e pensatori quali Edmund Husserl, Walter Benjamin, Ludwig Binswanger, Max Frisch, Friedrich Dürrenmatt, Günter Grass e Uwe Johnson. Autore di testi narrativi e teatrali, insieme a Nanni Balestrini e a Valerio Riva diede vita al Gruppo 63, esperienza che negli anni Sessanta riunì gli scrittori della neoavanguardia. Dal 1976 divenne una delle firme più prestigiose della pagina culturale de «la Repubblica». Negli anni ’80 realizzò diversi programmi per la Rai e sceneggiature cinematografiche. L’ultimo periodo della sua vita, segnato dalla malattia e dal viaggio di ritorno verso la terra natia, la Vallemaggia, è narrato nel racconto postumo “L’ultimo viaggio” (Feltrinelli, 1991).  Enrico “Nani” Filippini muore a Roma il 21 luglio 1988 all’età di 56 anni.

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Immagini:

L’intellettuale svizzero Enrico Filippini con Gunter Grass (Premio Nobel per la letteratura) a Milano, 1962. (Fotografia di Mario Dondero, Archivio ELR/LDV).

 

 

 

 

 

 

 

Ritratto di Ruth Schmidhauser,  disegno su carta, 1952.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nudo sdraiato (modella Ruth Schmidhauser), disegno su carta, 1952.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Enrico Filippini (1932-1988), “Geometria serale del silos di Locarno”, olio su tela, 1951, siglato in alto a sinistra: E.F. (Archivio ELR).

 

 

 

 

 

 

 

Sul retro della tela, l’etichetta cartacea: “Premio di Pittura Isole di Brissago”.

 

L’attrice Ruth Schmidhauser, moglie di Enrico Nani Filippini, con Henry Miller, nella sua casa di Pacific Palisades (Los Angeles), dove si era stabilito nel 1963 e trascorse la sua vecchiaia (Fotografia dall’Archivio ELR/LDV).

Hannes “Pussy” Schmidhauser con la figlia di Charlie Chaplin, Geraldine.

 

 

 

 

 

Un ritratto di Hannes “Pussy” Schmidhauser (1926-2000), docu-film di Victor Tognola, presentato al Film  festival di Locarno nel 2012: Ha indossato i panni del protagonista in “Uli, der Knecht “e “Uli, der Pächter”; è stato Arnold von Melchtal nel film su Guglielmo Tell “La freccia del giustiziere”, il contadino Beat in “Zwischen uns die Berge”, il macchinista Hartmann in “Hinter den sieben Gleisen”; ha impersonato Linus Caduff nella serie TV “Die Direktorin”  e il Generale Sutter nell’omonimo film. Una filmografia squisitamente svizzero-tedesca per un attore ticinese che pensava nel dialetto di Locarno: Hannes Schmidhauser. A nord del Gottardo pensano ancora oggi che fosse svizzero tedesco, i ticinesi lo ricordano perlopiù per la sua carriera calcistica (fu capitano della nazionale svizzera dal 1952 al 1954). Il film è un invito a conoscere più da vicino quest’icona del cinema e dello sport elvetico.

Karl Villinger (1902-1995), “Casa del filosofo Julius Schmidhauser a Losone” (Ex proprietà e atelier dello scultore russo Moissey Kogan), olio su tela, 1940.

La famiglia Schmidhauser vive a Losone dagli anni Venti, quando il papà di Hannes e Ruth (moglie di Enrico Filippini), il filosofo Julius Schmidhauser, acquistò la proprietà dallo scultore russo Kogan. La casa era assiduamente frequentata da personaggi della cultura, artisti, attori di cinema e teatro, musicisti, residenti in Ticino, in particolare nel locarnese:  Marianne Werefkin, Paul Klee, Ignaz e Misha Epper, Johann Robert Schürch, Italo Valenti, Max Gubler, Karl Villinger, Paul Vogt, Max Frisch, e molti altri, ma anche intellettuali provenienti da tutto il mondo.

Jean Olaniszyn