La Direttiva PLR si è riunita ieri a Camorino per più di due ore. L’alleanza con il PPD non sarà decisa dal solo vertice.

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Si tratta di una mossa audace e innovativa che (pur tra comprensibili perplessità) sta assumendo via via il peso di un’opzione praticabile. Per la Destra la minaccia è pesante. Infatti, il salvataggio del seggio democristiano al Nazionale provocherebbe (nell’evenienza di un raddoppio a sinistra, previsto da molti osservatori) la perdita di un seggio Lega-UDC.

Nell’elezione agli Stati cambierà invece poco, poiché il binomio euroturbo ci sarà in ogni caso, di riffa o di raffa. Rispetto al Ticino euroscettico (verificabile e verificato) la sfida sarà diretta ed esplicita, con ragionevoli chance di vittoria. Manca, cruciale e forse imminente, la designazione del candidato leghista.

Pubblichiamo (riprendendo da Ticinolibero) l’essenziale della nota del PLR.

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“Una robusta maggioranza della Direttiva ritiene che la congiunzione delle liste (PLR e PPD) per il Consiglio nazionale rimanga un’opzione da approfondire, confermando la buona collaborazione esistente alle Camere federali tra i rispettivi deputati. La riflessione va fatta con riferimento ai contenuti politici necessari per promuovere una politica di centro che in prospettiva potrebbe trovare applicazione anche sul piano cantonale. La discussione non può e non deve limitarsi a meri interessi elettorali e deve coinvolgere la base del partito.

Il tema è sì assai articolato, ma l’inedita situazione del panorama politico obbliga le due forze di centro ad approfondire potenziali nuovi scenari di collaborazione. Infatti, il consolidamento del polo a sinistra e di quello a destra sono ormai realtà e le riflessioni che stanno portando avanti le due forze politiche di centro ne sono una logica conseguenza.

Si è consapevoli che c’è una forte differenza tra la buona collaborazione esistente tra i nostri deputati sul piano federale e la possibile intesa sul piano cantonale, che è ancora tutta da definire, rispettivamente presenta vistose differenze nelle varie realtà comunali. Proprio per questo motivo, l’ipotesi di lavoro che l’Ufficio presidenziale elaborerà su mandato della Direttiva dovrà dare una chiara priorità alla politica federale, definendone obiettivi e priorità in relazione alle esigenze e ai bisogni dei ticinesi.

La Direttiva ritiene che la riflessione non possa limitarsi a un aspetto puramente elettorale ma debba assolutamente contenere degli indirizzi politici e definire modalità d’approccio che privilegino la concordanza sui temi e il rispetto delle Istituzioni e dei suoi rappresentanti. La Direttiva è altrettanto consapevole che sul piano comunale vi sono sensibilità diverse e specificità che in nessun modo devono sentirsi vincolate da queste riflessioni.

Un eventuale consolidamento della buona collaborazione sul piano federale permetterà di valutare se vi sono le premesse per dare avvio a una nuova ipotesi di collaborazione.”

PLRT