Interrogazione di Massimiliano Robbiani

Recentemente l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha pubblicato uno studio che porta alla luce dati sconcertanti: migliaia di maltrattamenti nelle fattorie svizzere ai danni di animali cosiddetti da “reddito”.

La violazione della legge sulla protezione degli animali è stata riscontrata in quasi il 13% delle 10’467 aziende agricole controllate nel 2018 dai veterinari cantonali, che nel 35% dei casi sono intervenuti senza preavviso. Più di 600 allevatori e trasportatori di bestiame sono stati in seguito condannati per infrazioni alla Legge federale. In totale sono stati 613 gli animali da reddito maltrattati, 90 in più rispetto all’anno precedente: bersagli degli agricoltori soprattutto i bovini e i suini.

I procedimenti penali emessi dai diversi ministeri pubblici cantonali sono stati ben 1’757, 572 dei quali dovuti a maltrattamenti, soppressione o non curanza di animali. Nel dettaglio si parla anche di condizioni di detenzione insufficienti (spazio, luce, cibo) cure carenti in caso di malattia, castrazioni non conformi, trasporti avvenuti senza rispettare le prescrizioni.

Alla luce di tutto ciò si chiede al lodevole Consiglio di Stato quanto segue:

1. Come avvengono i controlli in Ticino?

2. Quanti sono a sorpresa e quanti invece concordati tra controllore e controllato?

3. Quante sono state le sanzioni emesse in Ticino negli ultimi 5 anni?

4. Il CdS non è preoccupato di questa deriva?

5. Alla luce di quanto è emerso, non è opportuno intensificare i controlli a sorpresa?

6. Qualora venissero confermati dei gravi abusi, oltre alle sanzioni vi è una perdita delle sovvenzioni pubbliche? Se si, in quanti casi in Ticino negli ultimi 5 anni si è proceduto in questo senso?

Massimiliano Robbiani, deputato