Riceviamo e pubblichiamo integralmente questo pesantissimo comunicato, al quale (immaginiamo) il municipale luganese vorrà replicare. I toni della polemica sono alti, e non dimentichiamo che la difficile trattativa tra Cardiocentro ed EOC è tuttora in corso.

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In riferimento agli articoli di stampa pubblicati in queste ore, il Consiglio di Fondazione del Cardiocentro smentisce di aver ritirato i 5 milioni di franchi depositati negli scorsi mesi per la realizzazione del progetto Mizar.

Fake News, immagine Wiki commons

Il Cardiocentro ha sempre mantenuto, con lealtà e trasparenza, gli impegni assunti con la Città di Lugano, in particolare quelli concordati durante i diversi incontri con il Municipio avvenuti nella seconda metà del 2018. Impegni resi pubblici sia tramite comunicati stampa congiunti, sia tramite info point alla presenza anche del presidente della Lugano Medtech Michele Foletti che in quelle occasioni non ha mai avuto nulla da obbiettare sulla partnership tra Città e Cardiocentro.

Nel corso dell’ultima riunione tra Municipio, ospedale del cuore e USI, avvenuta nel mese di dicembre, si era concordato un piano per la ridefinizione dei contenuti del progetto. In sei mesi Michele Foletti, nella sua veste di presidente di Lugano Medtech, non ha trovato un solo minuto di tempo per aggiornare formalmente il Cardiocentro sull’avanzamento dei lavori, come invece il suo compito istituzionale gli avrebbe imposto di fare. Se lo avesse fatto avrebbe saputo che i 5 milioni sono tutt’ora depositati, evitando di avvalorare una clamorosa fake news e risparmiandosi un’uscita a vuoto. Le uniche informazioni circa lo stato dell’arte ci sono giunte dai nostri delegati nel Consiglio di Fondazione della Lugano MedTech, consesso nel quale non risulta che il presidente abbia mai espresso la volontà di escludere il Cardiocentro dal Mizar, al contrario!

In considerazione di quanto esposto il Consiglio di Fondazione è sbalordito e amareggiato dalle dichiarazioni rese oggi dall’onorevole Foletti al Corriere del Ticino. Con una grave caduta di stile, e con tono arrogante e irrispettoso verso un partner fondatore, il Municipale ha proclamato urbi et orbi a mezzo stampa l’esclusione del Cardiocentro dal progetto, senza mai – e sottolineiamo mai – aver espresso tale intenzione ai diretti interessati. Vale la pena ricordare che sia il Mizar, che Lugano Medtech, nascono da un lavoro comune tra Lugano e Cardiocentro, che hanno concepito e costruito mattone dopo mattone l’opera, assicurando tra l’altro all’onorevole Foletti la conduzione del progetto.

Nell’intervista concessa al CdT il presidente della Lugano Medtech parla addirittura di “operazione simpatia” e di “gesto inutile” circa all’impegno di 5 milioni da parte del Cardiocentro, versati peraltro quando le firme dell’iniziativa popolare erano già state depositate da tempo, al contrario di quanto afferma Foletti. Peccato che proprio in quelle settimane, sia da parte del Municipio, che in particolare dello stesso presidente della Lugano Medtech, giungevano inviti pressanti al versamento dei soldi per salvare il progetto, onde evitare che il proprietario dello stabile rinunciasse alla vendita. L’ospedale del cuore, nonostante le incertezze sul futuro, ha onorato i propri impegni con l’unico scopo di salvaguardare un progetto strategico per il futuro della Città. Altro che partner inaffidabile!

A riprova della totale buonafede e dell’impegno concreto del Cardiocentro vi è poi il fatto che il Consiglio di Fondazione, nei recenti incontri sia con il Consiglio di Stato che con l’EOC, ha ribadito anche per iscritto che la realizzazione del polo in biomedicina a Lugano, rientra nei punti salienti del negoziato in corso con l’Ente ospedaliero cantonale, altro attore strategico del progetto.

Credevamo, in sede di trattativa, di trovare in breve tempo un accordo con EOC per una soluzione complessiva in grado di dare un nuovo e importante impulso a un settore strategico, quale è quello della ricerca, per lo sviluppo del Cantone e di Lugano. Di tali passi la Città è stata costantemente tenuta aggiornata.

Se tuttavia il presidente di Lugano Medtech ritiene di voler fare a meno del Cardiocentro, non ha che da comunicarlo ufficialmente, e non tramite i media, in modo tale che il Consiglio di Fondazione possa sentirsi libero dagli impegni assunti con il Municipio e ritirare i 5 milioni per destinarli ad altri progetti.

A fronte di tutte queste considerazioni, il Consiglio di Fondazione è sicuro di aver fatto tutto il possibile e oltre per sostenere il Mizar, considerata anche la mancata sostituzione di un suo membro di diritto all’interno della Lugano Medtech, da inserire accanto al Professor Thomas Lüscher e alla Professoressa Marisa Jaconi, due profili di altissimo spessore scientifico a livello internazionale coinvolti nel progetto dal Cardiocentro. Non sfugge, infine, come tali polemiche ad orologeria da parte dell’onorevole Foletti, giungano nella fase più delicata dei negoziati in corso con EOC, con evidenti finalità politiche volte a screditare e a indebolire il Cardiocentro.

Considerata la delicatezza del momento, non saranno rilasciate ulteriori dichiarazioni.

Consiglio di Fondazione Cardiocentro Ticino

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ADDENDUM  (9 luglio mattina)  Riportiamo per completezza la presa di posizione del Caffè, che aveva pubblicato domenica 7 un articolo sul caso. L’on. Foletti è “fuori città” e, per il momento, non dice nulla.

CAFFÈ   “Abbiamo riportato correttamente la sostanza dei fatti. Ovvero che il progetto Mizar (laboratori per la ricerca scientifica), così come concepito inizialmente dal Cardiocentro e dalla Città di Lugano, è decaduto e Michele Foletti, lo aveva annunciato già lo scorso fine marzo in un’intervista al Caffè. Per tanto sia i 10 milioni stanziati dalla Città, sia i 5 milioni accantonati dal Cardiocentro e depositati mesi fa da un notaio, tornano ora nelle casse originarie. A inizio luglio si è tenuta una riunione in cui SwissLife è diventata “attore” principale in quanto proprietaria dello stabile Mizar. Vale a dire: si accollerà il costo dei lavori di ristrutturazione, provvedendo all’affitto degli spazi. Un progetto che di fatto annullerebbe quanto inizialmente concepito dal Cardiocentro e da Lugano, liberando sia i 10 milioni della Città sia i 5 del Cardiocentro. Somma quest’ultima che, se ancora formalmente depositata da un notaio luganese, di fatto rientrerà nelle casse dell’ospedale”. (fonte: CdT)

Traduzione. I soldi saranno (sono) ancor lì, presso il notaio, ma se ne andranno presto perché il progetto è tramontato. Come spesso accade in questi casi, sembra che abbiano ragione un po’ tutti.

PER LA PRECISIONE.  Il Caffè scrive (copia-incolla): “I patti erano infatti chiari: se entro il 30 giugno nulla fosse cambiato sul fronte del progetto Mizar, la somma accantonata e depositata sarebbe rientrata nelle casse del Cardio. E così è avvenuto.

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Secondo noi a provocare l’aspra reazione dell’Ospedale del cuore è stato il tono alquanto sprezzante usato dal municipale Foletti, che in sostanza (così ci sembra) accusa il Cardiocentro di non essersi impegnato seriamente nel progetto (solo una “operazione simpatia”). 

Gli interessi in gioco sono alti (la questione del Mizar non è certo preponderante) e i nervi sono a fior di pelle.