Meglio tardi che mai. Il PLR tenta di sottrarre alla Destra (che non ha i numeri) l’unica vera chance di cui essa dispone, per l’elezione di ottobre e il ballottaggio di novembre.

È un percorso obbligato, e in quest’ottica l’articolo “muscoloso” di Karin Valenzano Rossi, candidata al Nazionale e possibile candidata 2020 al Municipio di Lugano, è esemplare e destinato a fare scuola. Il Mattino odierno si fa beffe di lei, ma questo è scontato e non deve impressionare nessuno. In ogni caso non ci riguarda.

NOTA. Come detto sopra, la Destra non ha i numeri (in particolare di fronte alla rivoluzione copernicana della “congiunzione”) ma buone possibilità d’attacco. Il PLR deve – almeno in parte e cercando di apparire molto convincente – correggere la rotta. Lo farà, senza alcun dubbio. Sarà creduto? “That is the question!” si tormentava Amleto, principe di Danimarca.

Il blogger Teus (non sappiamo chi sia) ha commentato su questo stesso portale.

Il problema è questo (matematicamente, ma in politica a volte la matematica è un’opinione):

Lombardi-Abate 42.96
Ghiggia-Chiesa 26.66
Carobbio-Gysin 22.33

(dati di aprile 2019)

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“Altrettanto evidente con gli occhi di chi è cresciuto in questa democrazia che le pressioni ricattatorie sono il peggior sistema per costruire quel consenso diffuso, necessario per far accettare al popolo l’esito delle trattative sull’accordo istituzionale e i relativi annessi o ipotizzare collaborazioni in altri settori. Certo non è un buon inizio, che dovrebbe essere improntato perlomeno alla buona fede, soprattutto quando tra le poste in gioco ci sono anche l’accettazione di una ripresa dinamica del diritto comunitario (neretto della Red), dell’interpretazione delle norme e il riconoscimento di un’autorità terza sovranazionale per la risoluzione di eventuali conflitti. È questo che dobbiamo aspettarci? Misure di ritorsione ricattatorie ogni volta che avremo delle divergenze e l’UE nessuna pazienza o rispetto del nostro sistema Paese?” (dal CdT)