Decisamente particolare la storia del narcoboss brasiliano Clauvino da Silva attivo nella principale organizzazione criminale di Rio de Janeiro, Comando Vermelho. Condannato a 73 anni di reclusione per la sua attività di narcotrafficante, da Silva ha tentato di scappare per la prima volta nel 2013. Allora aveva scavato un tunnel che lo ha condotto alle fogne ma meno di due mesi dopo era stato nuovamente catturato ad Angra dos Reis. Ma è il suo più recente tentativo di evasione ad aver fatto in fretta il giro del mondo per la sua natura bizzarra.
Nella giornata di visita per le famiglie dei detenuti il boss della droga brasiliano ha coinvolto la figlia Ana Gabriele nel suo improbabile piano. Munito di parrucca, maschera in silicone, maglietta rosa e una camicia di jeans da Silva si è travestito da sua figlia e ha tentato di passare i controlli delle guardie all’ingresso. Tuttavia il piano non ha funzionato, alla “ragazza”, che aveva evidentemente qualcosa di strano fu chiesto di spogliarsi. Il video in cui il narcotrafficante si toglie il travestimento rivelando la sua reale identità è divenuto presto virale su internet. Tra stupore e incredulità giornali e altri media locali hanno riportato la notizia. 
Per il suo tentativo di fuga da Silva è finito in isolamento ma non rischiava un inasprimento della pena, grazie alla natura non violenta del gesto. La figlia è stata trattenuta come complice così come altre 6 persone che hanno procurato al detenuto il necessario per il travestimento.
SI tratterebbe solamente di una bizzarra storia capace persino di strappare qualche sorriso per l’assurdità del tentativo di evasione se non fosse per l’epilogo tragico che ne è seguito. Clauvino da Silva è stato trovato morto nella sua cella di isolamento nel complesso penitenziario di Gericinò. Secondo quanto riferito dalla Segreteria dell’amministrazione penitenziaria di Rio de Janeiro l’uomo si sarebbe impiccato con un lenzuolo. Un’inchiesta verrà aperta per chiarire le circostanze che hanno portato alla morte dell’uomo che si trovava in una sezione di massima sicurezza della prigione proprio per evitare altre sorprese.