Due anni or sono avemmo il maestro Tong, oggi abbiamo il maestro Wang. La Cina, la grande Cina, antica e moderna è sempre di casa, molto amata, al Rivellino.

Il 7 agosto scatta il 72° Locarno Festival (noi scriviamo il 9). Alla vigilia – le date di Arminio Sciolli non sono certo casuali – il Rivellino Leonardo da Vinci inaugura le sue mostre: Wang Yigang e il giovane moscovita (più esattamente “tra Mosca e Parigi”) Tim Parchikov (di cui parleremo).

Non c’è più “contro-festival”, perché il presidente Solari e l’alternativo Sciolli han fatto pace, come documentato da una foto di David Cuciz, che pubblicheremo.

Il muro del Rivellino è rosso, come sanno tutti coloro che non sono completamente ignoranti. Wang vi appone la sua firma, a beneficio dei posteri.

Chi è Wang Yigang?

Nasce a Qiqihar nella provincia di Heilongjiang nel 1961.

Si diploma in Pittura a olio all’Accademia di belle arti di Luxun (1986).

Ha operato come ricercatore per l’Accademia nazionale cinese.

Wang Yigang ha incominciato la sua carriera artistica nel primi anni Ottanta, dapprima influenzato da cubismo e futurismo. Nel 1985 ha vinto un prestigioso premio all’Esposizione nazionale di arte giovanile.

In 25 anni di intensa attività Wang si è espresso in un pluralismo di stili, dal figurativo all’espressionismo astratto alla pop art.

​È attualmente curatore della Galleria dell’Accademia di Luxun, professore e tutore magistrale, nonché membro dell’Associazione degli artisti cinesi.

Tutto è pronto per la performance (live painting). I pennelli in questo caso sono superflui.

Siamo all’interno del Rivellino, cioè all’interno della fortezza progettata da Leonardo da Vinci. Regna un’aura di lugubre mistero. Il fortino può anche sembrare una prigione. L’antico e il moderno si incontrano e si confrontano qui, a pochi passi dal Castello visconteo di Locarno.

Si osservino le scarpe del Maestro. Da esse scaturirà l’opera.

L’Opera compiuta. In genere i quadri sono bidimensionali ma certe creazioni del Maestro… hanno spessore!

Il folto pubblico nel cortile del Rivellino, largamente composto di “aficionados” (ma non solo!). Riconoscete qualcuno?

Opere di medie dimensioni, ma di grande valore, ai vari piani della galleria. L’ascensore non c’è, la scala a chiocciola sì.

Un’opera tra le più importanti, misteriosa e oscura. Dev’essere studiata attentamente. La quotazione è alta.

I quadri rimarrano esposti sino al 17 agosto.

* * *

Copyright David Cuciz