Come potevamo sperare che quest’Italia fosse salvata da partiti avversi alle elezioni, prima dopo e durante, che hanno finto di andare d’accordo solo per evitare un governo tecnico che ricordasse quello tetro di Monti?

Non è servito, per la Lega, piegarsi alla controversa manovra dei Cinquestelle, del reddito di cittadinanza (rischiando di perdere consensi); non è servito, ai Cinquestelle piegarsi alla manovra della Lega del Quota Cento.

Ex alleati, entrambi vicepremier, ora ai ferri corti, frignano come bambini sui treni. Di Maio rinfaccia a Salvini di non avere tenuto conto alla parola data, dopo la votazione dell’8 agosto e chiosa “quando si va al voto lo decide il Presidente della Repubblica, non certo lui. Quella del tagli dei parlamentari è una mossa di disperazione.”

Già, quando una coppia è in crisi le rose rosse non servono: Salvini propone (ora) di votare il taglio di 345 parlamentari, ma poi, dice, si va al voto. Di Maio gli rinfaccia di non volere veramente il taglio di quei 345 parlamentari, gli legge nel pensiero, dunque e maliziosamente attacca pure la sua fidanzata, la figlia dell’ex condannato per corruzione, Verdini e dice “Salvini vuole modificare la riforma della prescrizione. L’influenza di Denis Verdini, va detto, non gli fa bene”.

Dal canto suo Salvini sembra non tenere in granché considerazione la parola di Di Maio. Poi c’è Conte, che Salvini vuole sfiduciare, il 20 agosto, per la precisione, per scongiurare il percolo di un governo tecnico, di un “inciucio”o di “governi strani. ” Prima si vota, dice Salvini, meglio è.

Il ministro dell’agricoltura Centinaio ad Affari Italiani rivela invece che “non chiuderà mai le porte sino in fondo” per un dialogo con Cinquestelle.

Come si può, dunque, sperare in un’unità di governo, se anche dentro gli stessi partiti le posizioni sono così divise? Per ora si attende il 20 e il 21 agosto, quando, rispettivamente in Camera e Senato, avverranno le dichiarazioni (e le presunte, eventuali dimissioni) di Conte.

Dalla settimana del 23 agosto, la politica italiana prenderà pieghe differenti ed egualmente drammatiche, se Conte sarà o no – a seconda dei casi – stato o meno sfiduciato.