Di Maio: “Via alle trattative con il PD”

Salvini: “Se si va al voto la Lega stravince (di nuovo e ancor di più)”

Di Maio vuole “scongiurare il ritorno alle elezioni entro il 2019” per questo pensa a una trattativa di governo con il suo acerrimo avversario fino a pochi mesi addietro: il Partito Democratico. Da una parte abbiamo gli pseudo euro scettici che poi chiedono (e si vedono rifiutata la proposta) di appartenere al gruppo europeista di Guy Verhofestad, dall’altra coloro che invece mirano a un’Europa forte e a uno stato nazionale senza valore nominale né rappresentativo, ebbene questi due sono ora sull’orlo dell’alleanza, anche se i primi, che fossero confusi, lo si capiva già dall’inizio della loro mala proposta all’Europa.

Dall’altra abbiamo un partito che prima era indipendentista ma ha vinto solo con la propaganda nazionalista, ed ora, forte dell’innegabile buon risultato sia delle nazionali che delle europee, mira a ricadere, una terza volta, nel pericoloso gorgo delle elezioni, festeggiando ancor prima di aver vinto, anzi, ancor prima di aver ottenuto il “permesso” alle elezioni, avversato, invece, da coloro che, fino a tre giorni addietro tenevano con loro il governo.

Di Maio chiama la Lega il “partito del boh” mentre il suo stesso partito va col PD, nelle cui fila un’ex ministra strilla istericamente alle parole di “mamma e papà”. Salvini (e già questa sarebbe una notizia a sé per la sua incredibile novità) non twitta niente, né su Facebook né sui suoi altri profili social da stamane. Cosa bolle in pentola?

Una pantomima, rischiosa, ma forse, nulla di nuovo per un’Italia già da tempo votata alle promesse non mantenute, i cui desideri solo Astolfo li vedrà galoppando sulla Luna.