This artist’s impression shows the exoplanet LHS 1140b, which orbits a red dwarf star 40 light-years from Earth and may be the new holder of the title “best place to look for signs of life beyond the Solar System”. Using ESO’s HARPS instrument at La Silla, and other telescopes around the world, an international team of astronomers discovered this super-Earth orbiting in the habitable zone around the faint star LHS 1140. This world is a little larger and much more massive than the Earth and has likely retained most of its atmosphere.
Rappresentazione artistica di un esopianeta

2019

Dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble hanno fatto luce per la prima volta sulla presenza di vapore acqueo nell’atmosfera di un esopianeta, ovvero un pianeta che si trova al di fuori del nostro sistema solare. Il pianeta, K2-18b, orbita attorno ad una stella, K2-18, molto più piccola del nostro sole, una nana rossa che si trova nella costellazione del Leone. Le nane rosse rappresentano una tipologia di stella piuttosto fredda e molto comune nell’Universo.

Il pianeta era stato rilevato per la prima volta dal telescopio spaziale Kepler che ormai non è più in funzione, e ne aveva individuato le principali caratteristiche. Si era scoperto già allora che dista 111 anni luce dalla Terra e che si trova a 0.15 unità astronomiche dalla stella, proprio nella cosiddetta zona abitabile. Si tratta di una fascia attorno alla stella caratterizzata da temperature che potenzialmente possono garantire la presenza di acqua allo stato liquido sulla superficie di un pianeta. K2-18b presenta un periodo di 33 giorni ed è una superterra la cui massa è pari a 8.6 volte quella terrestre. La temperatura di equilibrio sul pianeta è di circa -8 gradi e oscilla tra i -73 e i 47 gradi Celsius il ché lo rendere potenzialmente un mondo abitabile.

“Al momeno questo è l’unico esopianeta che conosciamo a possedere la giusta temperatura per garantire la presenza di acqua, ha una atmosfera e questa contiene acqua, rendendolo il miglior candidato all’abitabilità sin qui conosciuto” ha dichiarato l’astronomo Angelas Tsiaras, coautore di una delle due pubblicazioni scientifiche sull’argomento.

Nonostante i dati siano promettenti l’abitabilità dell’esopianeta non è assolutamente certa. Uno dei problemi principali è la sua distanza dal sole. Essendo K2-18 una stella piuttosto fredda, la zona abitabile si trova nelle sue immediate vicinanze, fatto che potrebbe rappresentare un problema a causa degli intensi brillamenti solari, tipici delle nane rosse. Le radiazioni e i raggi cosmici potrebbero dunque rendere il pianeta poco ospitale.

Un altro problema che riguarda K2-18b sono le sue dimensioni. Normalmente i pianeti rocciosi non superano di 1.5 volte le dimissioni della Terra mentre il pianeta in questione è molto più grande. Questo potrebbe significare che in realtà non ha una superficie rocciosa bensì soltanto un nucleo roccioso o coperto di ghiaccio avvolto da un’atmosfera estremamente densa.

Per poter fare luce su questo e altri misteri della “superterra” occorre studiarlo con gli strumenti più avanzati a nostra disposizione. Da questo punto di vista sarà importantissimo il ruolo del nuovo telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è previsto per il 2021.