Su suggerimento dello stesso intervistato proponiamo la seguente versione “light”. Le domande sono esattamente le stesse, ma le risposte sono ridotte a un fulmineo “mordi e fuggi”.

Un’intervista di Francesco De Maria.

settembre 2019

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Francesco De Maria  Il concetto fondatore dell’AVS rimane valido oggi o dev’essere sostituito da una diversa forma di aiuto sociale?

Paolo Pamini  Se un privato offrisse uno schema come quello dell’AVS verrebbe incriminato per frode finanziaria.

Così com’è, è sostenibile? Se non lo è, come potrà ri-diventarlo?

È sostenibile finché arriva qualcuno di nuovo a cui far pagare le rendite di oggi. Il sistema non può garantire nulla.

Lei ha fama (meritata) di persona molto competente in campo finanziario. Ha una ricetta per l’AVS? Di fronte alla popolazione che rapidamente invecchia (un veleno per l’equilibrio finanziario) qual è la sua ricetta magica?

Dobbiamo offrire ai nostri giovani la possibilità di non farsi tirar dentro in questo schema bensì con gli stessi contributi di costruirsi una solida previdenza. A chi è già dentro possiamo dare la scelta su cosa fare, e ai pensionati garantiamo le rendite. In 40 anni siamo fuori dal tunnel.

Passiamo alla pensione professionale (2° pilastro). C’è qualcosa che non va? Se sì, che cosa esattamente? Quali provvedimenti prenderebbe

La LPP e il sistema dei tre pilastri sono stati la risposta nel 1972 all’iniziativa popolare comunista (!) di statalizzare tutta la previdenza. Guarda caso il secondo pilastro non funziona proprio laddove lo Stato ci ha messo lo zampino. Dovremmo (1) lasciar scegliere la cassa pensione al salariato (anziché al datore di lavoro), (2) rendere i contributi salariali uguali per tutte le fasce di età per smettere di falcidiare i cinquantenni in cerca di lavoro, (3) abolire il concetto di età di pensionamento rendendola una scelta personale compreso un pensionamento a tempo parziale, (4) se si ha il coraggio tornare alla situazione legislativa prima del 1985.

Non si riesce a frenare l’aumento dei costi della salute, i premi esplodono. Ognuno ha in tasca la sua soluzione, i partiti ne fanno tema di campagna elettorale. Come un sistema come il nostro possa costare “poco” o anche solo “meno” io non vedo. Mi illustri il Pamini-pensiero sulle casse malati.

Immaginate di organizzare la ristorazione come oggi la sanità in Svizzera e vi renderete subito conto che l’esplosione dei costi non è un caso. Bisogna deregolamentare il settore, sfoltire massicciamente la LaMal, e introdurre sull’esempio di Singapore una sorta di quarto pilastro defiscalizzato che permetta al cittadino di risparmiare in vista delle spese sanitarie nel terzo finale della sua vita.

Io la chiamo “follia climatica”, lei avrà un suo termine favorito. Vorrei incominciare da un’analisi psicologica della situazione politico-mediatica.

È più facile proiettare le proprie frustrazioni e pulsioni negative su altri anziché su se stessi. Il clima è la nuova scusa, il marxismo la vecchia, il Cristianesimo la collaudata alternativa che funziona.

Il discorso sul “surriscaldamento globale” non è nuovo (penso ad Al Gore, ecc.). Ma si è verificata una violenta escalation e ad oggi il frastuono è assordante, la pressione sul cittadino e sulla politica insostenibile. Come si è arrivati a un simile punto?

I processi di diffusione di idee sono di natura esponenziale; siamo probabilmente vicini allo scoppio della bolla ideologica.

Al di là dell’uragano di parole e delle intimidazioni, la domanda fondamentale rimane: “il riscaldamento è reale?”

Certo, le domande sono come lo si misura (stazioni a terra o satelliti e palloni aerostatici?) e se e in che misura è la CO2 antropica a causarlo.

Le chiedo ora di fornirmi due percentuali: % di CO2 nell’aria; % di CO2 attribuibile ad attività umane.

Siamo oggi attorno a 400 ppm (parti per milione) di CO2, ossia allo 0.04%. Si dice che all’inizio dell’industrializzazione, ossia 250 anni fa, ci si aggirava attorno alle 300 ppm. Anche esagerando, in due secoli e mezzo le attività umane hanno emesso lo 0.01% della CO2 nell’atmosfera (al netto di quanto assorbito dalle piante e dall’ambiente, ma pur considerando che i mari riscaldandosi potrebbero invece aver rilasciato CO2). Insomma, siamo attorno al decimo di millesimo…

Il 97% degli scienziati… (come continua lo sappiamo). Ma allora, mi scusi, noi Negazionisti siamo proprio dei cocciuti somari!

Chi parla di consenso scientifico non sa come funziona la scienza e su che base si giudica la validità di una congettura.

Chi è Greta Thunberg, con quali occhi la vede?

Con occhi compassionevoli, mi chiedo se ha davvero la forza di sostenere le pressioni psicologiche ed emotive in cui si è cacciata.

I Negazionisti alludono senza sosta a “tenebrose, potentissime lobby” che dall’isteria climatica “la terra brucia!” potranno trarre guadagni immensi. Ma è un discorso troppo vago. Puntiamo il dito con maggior precisione.

Non credo molto alle teorie del complotto.

Finale con domande a ruota libera

Come si è sentito nel giorno in cui ha perso il seggio?

Con qualche ora in più da dedicare ad altri interessi e passioni, figli compresi, ma con un po’ di rammarico di non poter continuare a produrre in prima linea atti parlamentari. Sicuramente sarebbe stato stimolante poter ingaggiare di petto in Gran Consiglio i nuovi deputati rossoverdi. Con Matteo Pronzini ci lanciavamo talvolta in dei botta e risposta, che ricordo con piacere.

Lei non pensa che il Pamini-pensiero possa sembrare bizzarro a molte persone?

Lo spero; la sfida è attirare gli interessati verso il dialogo per offrire loro quanto io ho avuto la fortuna di apprendere negli ultimi 25 anni. La mia bacheca in facebook per esempio è aperta a tutti e rispondo con una certa regolarità.

Quale via intravvede per il suo rilancio politico?

Lei si concentra implicitamente sulle poltrone, io ho la sensazione che sto progredendo in ciò che mi è caro con una certa costanza. Abbiamo tante idee innovative per il futuro, per coinvolgere tanti interessati. Io passo in secondo piano.

Lei è il nuovo presidente di Area Liberale. Ci sono ancora dei Liberali nel PLRT, quanti sono e chi sono?

Vediamo come votano in Gran Consiglio sui temi davvero tosti.

Qual è il suo giudizio sul futuro di Lugano Airport, e in particolare sul Messaggio del municipio basato sullo “studio di San Gallo”?

Sono stato personalmente coinvolto in uno degli studi di fattibilità e per motivi di indipendenza professionale non posso esprimere alcuna opinione al riguardo.

I Molinari manifestano per le strade il 14 settembre. Dovranno lasciare il Macello?

No, basta che diventino anche loro ragazzi adulti e paghino un affitto; oppure che se lo facciano pagare da donanti radical-chic.

Ultima domanda, sull’Italia. La mossa di Salvini è stata machiavellica o autodistruttiva? Quale futuro, a breve, per la Repubblica?

L’Italia è messa male e prima o poi la finanza pubblica imploderà. Speriamo solo che non ci siano troppe violenze. Il Ticino si evolverà nel bene e nel male di riflesso, come è sempre stato da almeno 200 anni.

Esclusiva di Ticinolive