Matteo Renzi dice addio al Partito Democratico e fonda Italia Viva, ma i sondaggi lo danno fermo al 15-16%: percentuali tutt’altro che elevato come d’altronde, forse, era consono aspettarsi da un partito che da tempo si era compromesso in diversi ambiti: dalla corruzione al caso di Bibbiano. 

Renzi si dice alleato ancora delle “forze di maggioranza”, pertanto di fatto il cambiamento è solo formale ma non sostanziale, non influisce sulla maggioranza dell’attuale governo.

Rimane invece a un buon punteggio Matteo Salvini (33%) anche se lontano dal 51% di prima della crisi; male invece per Luigi Di Maio, fermo al 5% dall’alleanza col PD, come il suo nuovo alleato Zingaretti.

Nel frattempo Marcucci, Capogruppo PD in Senato, ammonisce Conte e Di Maio: “Premier e Ministro degli Esteri tengano a bada suoi deliri di Di Battista” del quale la colpa sarebbe se il governo vacilla (non di Renzi).

Renzi è così scagionato dai suoi ex compagni, che, pur traditi, a parole gli rimangono fedeli, ma non dagli italiani, che paiono non dimenticare.

Il Capogruppo della Camera di Italia viva è ponderata essere Maria Elena Boschi, una dei fedelissimi di Renzi, ma tra le sue fila si contano anche Lucia Annibali, e Giacchetti Roberto.

I deputati sono 25 del PD, più uno dal gruppo Misto.