Riceviamo e pubblichiamo il contributo seguente.

Con il taglio degli alberi alla stazione di Lugano e il paventato taglio dei vecchi tigli in viale stazione di Bellinzona, la gestione dell’arredo verde urbano ha suscito diversi dibattiti quest’estate. Ci sono molti studi che sottolineano l’importanza dell’arredo verde urbano per il benessere della popolazione. Per esempio, si può citare l’articolo apparso nell’ultima rivista dell’Ufficio federale dell’ambiente, dove viene indicato come gli spazi verdi servono a mitigare il caldo estivo nelle città. Altri studi sottolineano come l’arredo verde ha un effetto positivo sulla mente e benefico per il lavoro. Non a caso, il quartier generale di Apple in California è immerso nel verde di 9000 alberi.

Nelle discussioni su come si intende arredare gli spazi urbani l’argomento che fa spesso pendere l’ago della bilancia a sfavore del verde è quello dei costi di manutenzione: strade asfaltate e piazzali cementificati sembrano costare meno che un arredo più naturale.

Bisogna però tener conto del fatto che la gestione di superfici naturali, senza l’impiego di prodotti fitosanitari e la realizzazione di pochi sfalci costa meno che un tappeto verde all’inglese.

Se si tiene conto inoltre di tutti i servizi che ci forniscono questi spazi verdi naturali per il nostro benessere, i costi supplementari per la manutenzione vengono largamente compensati.

In città abitano numerose famiglie con bambini, alcune delle quali in appartamenti di palazzi che non hanno nemmeno un giardino in comune. Perdi più anche i piazzali delle scuole sono spesso asfaltati, come ad esempio i piazzali delle scuole elementari nord e sud a Bellinzona. Per i bambini che vivono in città è molto importante che la natura sia nelle vicinanze e accessibile e che la possano sperimentare ogni giorno lungo il percorso da casa a scuola. Perciò ben vengano progetti come il parco fluviale Saleggi-Boschetti, ma purtroppo non bastano. Ci vuole infatti più verde anche nel centro città e ci vuole una pianificazione urbana che tiene conto dei fattori rilevanti per la biodiversità. Ad esempio, durante la progettazione di un viale alberato, occorre prevedere delle aiuole abbastanza ampie per permettere alla pianta di crescere senza che le sue radici deteriorino il manto stradale (vedi quanto succede al posteggio ex-Stallone di Bellinzona) o si arrivi alla conclusione che l’albero deve essere abbattuto perché poco sano.

L’obiettivo numero 8 della Strategia Biodiversità Svizzera (UFAM, 2012) chiede:

Entro il 2020, lo spazio urbano contribuisce al collegamento degli habitat grazie alla promozione della diversità biologica negli spazi insediativi, le specie tipiche di questi spazi sono preservate e la popolazione ha la possibilità di vivere a contatto con la natura nel contesto abitativo e nelle zone ricreative.

Siamo nel 2019. È ora che questo obiettivo venga adempiuto!

Erika Franc, co-coordinatrice Verdi del Bellinzonese