di Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista e Gran Consigliere

Incidere nella società, non ridursi alla mera testimonianza. Questa è la prassi che il Partito Comunista (già Partito del Lavoro) ha adottato da una decina d’anni a questa parte.

Dopo l’ottimo risultato delle elezioni cantonali dello scorso aprile, dove presentandoci da soli siamo riusciti a conquistare due seggi in Gran Consiglio contro tutti i pronostici degli “addetti ai lavori” (o presunti tali), in vista del rinnovo del Consiglio Nazionale avevamo due strade davanti a noi: presentare una nostra lista come abbiamo fatto nel 2015, congiunta con le altre liste di sinistra; oppure costruire una lista unica che non fosse solo comunista ma che desse garanzie sul piano sociale e che riuscisse ad eleggere un deputato a Berna.

La prima strada sarebbe stata una candidatura di bandiera, certamente utile per far conoscere le idee del nostro Partito, uno dei più rinnovati in Ticino, ma che ci avrebbe anche relegato appunto alla testimonianza, perché siamo consci che non siamo autosufficienti per entrare a Palazzo federale. Un marxista è tale solo se sa leggere come muta il contesto nel quale vive e lavora, e se sa dunque adeguare dialetticamente la propria strategia partitica, periodo dopo periodo.

A nostro avviso la fase storica non è più quella del 2015. Oggi, nel 2019, abbiamo notato una rinascita di consapevolezza politica sociale e ambientale soprattutto fra le nuove generazioni, a cui va data una risposta diversa rispetto a quattro anni fa. Ecco perché abbiamo escluso una nostra lista in solitaria e abbiamo deciso di lavorare con il Forum Alternativo e coi Verdi del Ticino per costruire una lista sola, unica, certo di compromesso, ma che realisticamente potrà portare un eletto a Berna sulla base di un programma socialmente avanzato. La lista 12 potrà insomma incidere nella realtà e spostare a sinistra gli equilibri del parlamento federale e il Partito Comunista, responsabilmente, ha deciso di fare la sua parte per un discorso di area che sia capace di vincere.

La sinistra alternativa si unisce ai Verdi, portando alla lista 12 una visione di classe, che pone i diritti del lavoro al centro; e una prassi anti-imperialista, cioè che sappia opporsi ai diktat di questa UE delle banche e delle multinazionali. E lo farà non solo con due medici stimati anche oltre la propria area politica, Franco Cavalli e Beppe Savary, che hanno dimostrato di avere le idee in chiaro sull’aumento dei premi di cassa malati e sui problemi dell’AVS, ma anche promuovendo due giovanissime donne, comuniste, Angelica Forni e Lea Schertenleib; le quali, neanche ventenni, erano già in prima fila negli scioperi del clima, nella campagna per le borse di studio, nello sciopero delle donne per rivendicare parità salariale e congedi parentali, ecc. Un impegno quindi anche inter-generazionale che merita incoraggiamento, ecco perché voterò la lista 12. E’ ora di cambiare e questa volta i numeri per farlo ci sono!

Massimiliano Ay