Uno dei figli di “El Chapo”, Ovidio Guzman, accusato di traffico di droga negli Stati Uniti, è riuscito a sfuggire ieri all’arresto dopo che le forze di polizia sono state circondate da combattenti del cartello di Sinaloa armati di artiglieria pesante.

Insieme ad altre quattro persone, era stato scoperto durante una perquisizione di routine in una casa nella città di Culiacán, nello stato di Sinaloa nel Messico nord-occidentale. Dopo l’arresto, è stato deciso di rilasciarlo per proteggere la vita dei poliziotti e per evitare ulteriori violenze, visto che i gangster avevano immediatamente istituito blocchi stradali agli ingressi della città con veicoli in fiamme scatenando per ore combattimenti pesanti,. Le immagini rilasciate da Reuters mostrano diversi uomini, armati anche con mitragliatrici militari, sparpagliati sulla strada e sparare alla polizia.

Ovidio Guzman, è una figura influente nel cartello di Sinaloa, nonostante il padre sia stato imprigionato per scontare l’ergastolo. Si ritiene che il cartello delle droghe sia guidato dal figlio di “El Chapo” insieme a Ismael “El Mayo” Zambada.

Il ministro messicano della sicurezza e protezione civile, Alfonso Durazo, ha dichiarato che una pattuglia della polizia militarizzata della Guardia Nazionale è stata sottoposta ad un intenso fuoco dall’esterno della casa dove era stato localizzato Guzman, costringendoli a ritirarsi dall’edificio per la propria sicurezza e per restituire un po’ di calma alla città.

Lo scorso dicembre 2018, Andrés Manuel Lopez Obrador ha avuto il mandato presidenziale. Eletto sulla base di una promessa di repressione dei cartelli della droga, ha incaricato una nuova forza di sicurezza per combattere i trafficanti. Durante una conferenza stampa, ha difeso le forze di sicurezza che avevano salvato la propria vita rilasciando il figlio di “El Chapo” dopo una breve cattura. Una decisione presa per proteggere i cittadini, dopo la violenta risposta all’operazione, raramente osservata durante la lunga guerra alla droga in Messico, che poteva mettere a rischio molte vite. “La cattura di un criminale non può valere più della vita delle persone. Non vogliamo la guerra”, ha detto il presidente Lopez Obrador.

Secondo le informazioni preliminari del capo della sicurezza dello stato di Sinaloa, Cristobal Castaňeda, due persone sono state uccise e 21 ferite. Sebbene fonte di grande imbarazzo per il governo, per alcuni non è affatto sorprendente vedere quanto siano potenti i cartelli della droga in alcune parti del paese. Culiacán è sicuraemnte una di queste dal lontano 1940, lì dove sono nati diversi “signori della droga”. Nonostante la cattura di “El Chapo”, il cartello di Sinaloa rimane molto potente nella regione.

La nuova strategia di sicurezza del presidente messicano non è riuscita a frenare lo spargimento di sangue in un paese di 125 milioni di persone che vedono una media di 100 omicidi ogni giorno. E per i critici, questo fatto mette in evidenza il fatto che forse Lopez Obrador non abbia nessuna strategia.