Una mostra che ci è rimasta nel cuore

Siamo andati stamani a visitare la mostra in anteprima, immergendoci nel tenebroso “meno 2” del LAC (muoversi con circospezione!). All’ingresso siete accolti da un monumentale “cannone spara-noci di cocco su pattini di slitta e geotessile del ghiacciaio del Rodano”. Dentro trovate, disseminati, parecchi “massi erratici bucherellati” e sul fondo il grande diorama accompagnato da suoni registrati in situazioni reali. Il giovane (32 anni) Julian Charrière è emozionante!

Abbiamo scattato alcune foto per i nostri lettori.

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Attraverso la mostra “Towards No Earthly Pole” il Museo d’arte della Dentro ci  italiana rende omaggio all’artista svizzero Julian Charrière, tra i pìù innovativi e promettenti della sua generazione. La mostra prende nome dall’ultimo omonimo progetto di Charrière, un film che ha iniziato nel 2017 e che ha realizzato in alcuni dei luoghi dai climi più difficili al mondo, tra cui i ghiacciai svizzeri del Rodano e dell’Aletsch, il Monte Bianco, l’Islanda e la Groenlandia. Il progetto verrà presentato in anteprima al MASI. Il progetto espositivo sarà in seguito presentato, in una versione riadattata, all’Aargauer Kunsthaus di Aarau e al Dallas Museum of Art.

La mostra
Noto per una ricerca artistica concettuale che combina varie discipline (tra cui geologia, archeologia, fisica e storia), Charrière offre, attraverso il suo lavoro, nuovi e inaspettati punti di vista su alcune delle questioni al centro della nostra epoca. L’artista è spesso in viaggio, recandosi nelle aree più remote del pianeta dalla forte identità geopolitica – ad esempio vulcani, ghiacciai e siti radioattivi – per esplorare con metodi e materiali non convenzionali le tensioni e il legame tra civiltà umana e paesaggio naturale.

L’esposizione al MASI è concepita come un diorama. Intorno alla proiezione centrale, Charrière realizza un’installazione ambientale, trasformando l’intero spazio espositivo in uno scenario che riecheggia i principali soggetti e le tematiche dell’opera video. L’intento dell’artista è quello di amplificare la visita dello spettatore con un’esperienza sensoriale, grazie anche a luci e suoni, e rendere più intensa la relazione tra l’osservatore e il paesaggio rappresentato. Nell’installazione ambientale, accanto a reinterpretazioni di lavori precedenti, sono esposte alcune opere inedite, realizzate dall’artista in occasione della mostra al MASI e per le quali si è confrontato con soggetti e risorse naturali locali, collaborando in parte con artigiani ticinesi.