Il capo  dello Stato Islamico (ISIS) Abu Bakr al Baghdadi è stato ucciso durante un’operazione militare statunitense del nordovest della Siria. Lo ha annunciato stamattina il presidente americano Donald Trump. Il terrorista si è fatto esplodere quando ormai era chiaro che i Delta Force, corpo speciale dell’esercito americano che si occupa di far guerra al terrorismo, l’avrebbero catturato e ucciso.

L’annuncio del presidente Trump era atteso in quanto la notizia era trapelata su diversi media. Il capo di stato avrebbe seguito l’intera operazione filmata, dalla Situation Room della Casa Bianca. “È morto come un cane, è morto come un codardo. Singhiozzando, urlando e piangendo. E onestamente penso che vada detto, così che i suoi seguaci e questi ragazzi che vogliono lasciare molti paesi – inclusi gli Stati Uniti – sappiano come è morto. Non è morto da eroe, è morto da codardo” è stato il commento di Trump. Durante l’operazione, oltre a Baghdadi sono morti anche numerosi miliziani, tre bambini e alcune donne che erano presenti nell’edificio.

Donald Trump ha ringraziato i governi che hanno collaborato con gli Stati Uniti per rendere possibile la cattura di Baghdadi. La Russia ha permesso agli elicotteri di sorvolare la provincia di Idlib dove si trovava l’uomo e anche la Turchia ha permesso il sorvolo del proprio spazio aereo. Parole di riconoscimento anche verso Assad, il governo iracheno e i curdi.
Baghdadi aveva 48 anni quando si è fatto esplodere alla fine di un tunnel senza uscita, ed era il terrorista più ricercato del mondo nonché capo dell’ISIS, potente ed efficace organizzazione terroristica che ha mietuto numerosissime vittime. Nato nel 1971 in Iraq, fin da piccolo era circondato da un ambiente estremamente religioso: la sua famiglia sosteneva infatti di discendere direttamente dal profeta Maometto.

Nel 2003 si è unito alla rivolta contro il governo sciita e ha sviluppato un forte risentimento verso le truppe americane presenti sul territorio del paese. Dopo essere entrato in contatto con altri jihadisti Baghdadi si è fatto strada velocemente fino ai vertici dell’ISIS diventandone ufficialmente il capo nel 2010. Sotto la sua guida lo stato islamico ha espanso il suo territorio in Siria ed Iraq sottoponendo gli abitanti a un severo e violento regime e ha terrorizzato anche l’Occidente con attentati e video di decapitazioni di ostaggi.

Molti analisti hanno tenuto a sottolineare che la morte del leader non significa la fine dell’ISIS.