La “città della Pizza” e “Golosaria 2019”

Fare bene le cose e il cibo. Farle con amore. Per non far perdere le tradizioni ed intercettando un vasto numero di persone. E così, l’entropica ed efficiente Milano in Italia, abituata a “food week ” all’avanguardia tra settimana della moda e design, si offre a questi appuntamenti così vicini e cosi’ lontani tra di loro, partecipando in massa, complice anche un tempo quasi primaverile nel recente week end.

Se Golosaria, dal 26 al 28 ottobre 2019, con il suo tema “come ci cambia davvero il cibo”, ha offerto un momento di vera convivialità e qualità voluta e difesa al fine di intendere il cibo come “benessere” presso gli spazi espositivi di Fieramilanocity;  “La città della Pizza” invece, al suo primo appuntamento milanese dopo Roma, ha offerto in modo inedito per il pubblico milanese, un’idea di artigianalità “a misura d’uomo”, declinato secondo “il tema della pizza”, con laboratori ed incontri di riflessione sull’idea di una avanguardia del cibo unico -e quantomai italiano – della “pizza” , dal 26 al 27 Ottobre presso l’Officina Orobia , nuovo spazio di fronte a Fondazione Prada, attualmente in una delle zone più dinamiche della città.

Ecco dunque il filo conduttore di due manifestazione differenti ma molto simili.

La prima alla sua quattordicesima edizione,  quasi una “istantanea sul mondo del cibo”, la seconda al suo primo anno milanese che ha riscosso un boom di presenze davvero unico di avventori amanti delle pizze, fino all’esaurimento scorte.

E cosi, se il cibo da sempre cambia anche il corpo “produrre buon cibo e sano per tutti è uno dei lavori più belli” come recita appunto l’Azienda Agricola Eleonora Bertolone parlando del riso di Nori e presente a Golosaria quest’anno per presentare tra le altre, la varietà autoctona di riso arancione integrale aromatico italiano, rimesse in produzione da qualche anno; è questo nuovo modo di concepire sia la produzione che la distribuzione, per una nuova visione dello stare a tavola, a colpire; come dimostra la presenza, a titolo di esempio di “Libero Mondo”una società cooperativa sociale in provincia di Cuneo molto vicina al sociale.  E non solo, ecco a Golosaria anche il mondo  dell’arte, per dimostrare che davvero l’idea del cibo è cambiata, non solo nel piatto. Cosi come il modo di comunicarlo e viverlo .

Insieme a Paolo Barrichella , nello spazio della Regione Valle d’Aosta, la mostra sull’artigianato locale, per offrire una sezione di opere d’arte e di design che rappresentano il cibo, e, nello stand di “opere d’arte di cibo”, come ben recita il comunicato stampa della Galleria Fiberartand andare “oltre il bisogno, il sogno”.

Quindi tante e differenti le aree food , che vantano la presenza di oltre 250 artigiani e regioni italiane, mentre il primo piano della fiera è interamente dedicato al vino ed alle sue declinazioni; con la presenza anche delle aziende ed associazioni dei migliori vini da degustare, al fine di vivere un’esperienza unica di “wine tasting”.

Ma a stupire è l’accoglienza rivolta alla due giorni della “città della pizza” presso la fabbrica Orobia. Ben 35, tra i migliori, i pizzaioli italiani che hanno creato ed abbinato grandi classici della pizza a creazioni di avanguardia vera e propria delle loro pizzerie, molte nel sud d’Italia.

Con la creazione di “case” dei Maestri Pizzaioli, ecco che  la “napoletana, all’italiana, al taglio, a degustazione e fritta” diventano stili di vita italiani declinati sotto il comune denominatore della Pizza in mano a veri e propri maestri di quest’arte. Tra workshop tecnici per gli addetti ai lavori, incontri per operatori e professionisti del settore pronti a rispondere alla curiosità del pubblico e laboratori per i bambini, ecco come la pizza diventa avanguardia, per un vero e proprio confronto tra ottime materie prime e preparazioni. In particolare nello spazio delle materie prime, dove tutti hanno potuto conoscere meglio gli ingredienti della pizza: farina, pomodoro, fior di latte con i loro produttori diretti, ed altri prodotti di farcitura con addirittura enti ed associazioni  tra cui, per esempio, Onas, ovvero l’associazione italiana dei maestri assaggiatori di salumi, pronti a svelarne i segreti.

Il tutto, al fine di far comprendere meglio l’eccezionalità dei prodotti di qualità italiani e l’analisi sensoriale delle materie prime.

Concludendo quindi il grande successo di questo week-end “godereccio” milanese è forse stato quello della qualita’ e non della quantità.  Al di là quindi delle varie “week” milanesi, spesso ad uso e consumo del turista, questo week end non “codificato” ha permesso ai milanesi di godersi la propria città guastando delle eccellenze da tutta Italia, in modo inedito. Grandi produttori ed artigiani provenienti da tutta Italia, pronti a “dar da mangiare e bere” ad un numero molto alto di visitatori, desiderosi solo di fare un’esperienza unica attraverso il buon cibo nella propria città metropolitana; Milano e il cibo attraverso due eventi da segnalare. Che cambia e fa cambiare.

Cristina T. Chiochia